Corriere della Sera (Bergamo)

«Diamanti, così siamo stati beffati»

Pietre vendute a novantenni, report che indicavano guadagni: storie di chi ci ha rimesso

- Di Armando Di Landro

Chiamati per comunicazi­oni sulle ultime novità dal Banco Bpm, si sono presentati da Federconsu­matori, nella sede della Cgil, in oltre 500: sono il popolo dei risparmiat­ori beffati dall’acquisto dei diamanti. E le loro testimonia­nze parlano di diamanti-beffa venduti anche ai novantenni, di risparmi dimezzati, di comunicazi­oni per lettera che indicavano guadagni mai esistiti, di anno in anno.

La mamma in polo bianca e cagnolino al guinzaglio esce accaldata dalla Cgil in via Garibaldi: «Io la voglio raccontare la mia storia eh, anzi la nostra...Perché certe cose non si fanno». È in mezzo ad altre 500 persone che guadagnano la via dell’uscita: hanno invaso la sala Lama del sindacato per ascoltare il presidente di Federconsu­matori Umberto Dolci e l’avvocato Guido Vicentini, ex sindaco di Bergamo, sul caso diamanti. L’ultima novità è decisiva: il Banco Bpm, che nel 2014 aveva assorbito il Credito Bergamasco, risarcirà anche i clienti che, al momento dell’acquisto dei preziosi, avevano deciso di lasciarli in deposito alla Internatio­nal Diamond Business di Milano, la Idb, fallita a gennaio. Nessuno è soddisfatt­o, perché tutti si sentono truffati, e perché il Banco, a differenza di Unicredit e Intesa Sanpaolo, ha deciso di transare solo in percentual­e sul prezzo d’acquisto: «Si va dal 40 al 60%», dicono. E la mamma in polo bianca racconta quella che per lei è una truffa: «Nella filiale di Seriate sono riusciti a vendere a mio padre che aveva 90 anni due diamanti, nel 2011 e nel 2012 , per 60 mila euro in tutto. Li abbiamo ereditati nel 2017 (è presente anche il fratello, ndr), proprio nel periodo in cui iniziavano ad arrivare notizie negative: solo così abbiamo scoperto che non valevano nulla, o ben poco».

Iniziò Milena Gabanelli, a Report nell’ottobre 2016, a svelare che i diamanti venduti tramite le banche da un paio di società (la Idb e la Diamond Private Investment) in realtà valevano addirittur­a meno del prezzo d’acquisto. Un anno dopo erano arrivate le multe dell’Autorità garante del mercato. Le successive perizie fatte dai clienti, tramite le associazio­ni dei consumator­i o in privato, hanno confermato che il valore reale, in alcuni casi, era di un terzo. «Ma la truffa era deliberata — spiega la mamma —. Almeno fino al 2016, una volta all’anno, dall’Idb arrivavano lettere sulla rivalutazi­one dei diamanti, fino al 7 o l’8% in un anno. Eravamo contenti, ma non c’era nulla di vero».

Un pensionato è stato forse tradito dall’aria fresca del mattino: ha ancora addosso un pile buono per la falsa primavera durata fino all’altro ieri. È accaldato e arrabbiato: «Sa quanto avevo in banca? 50 mila euro circa, dopo aver lavorato una

❞ In due occasioni distinte sono riusciti a vendere diamanti per 60 mila euro a mio padre, che aveva già 90 anni. Non si fanno certe cose

vita. Mi han fatto comprare due diamanti per 20 mila euro circa, continuava­no a dirmi che stavo guadagnand­o quasi 10 mila euro, il 50%. Quando sono andato a chiedere di venderli si è presentato un signore che veniva da Milano, non so se dalla Idb. Diceva che era tutto a posto, poi non l’ho più sentito. L’ho cercato ogni mese, non è servito a niente. Poi ho scoperto tutto...».

La sala scelta per l’assemblea è stracolma. Dolci è costretto ad annunciare un appuntamen­to bis, 60 minuti dopo l’orario di inizio previsto per tutti. Una signora anziana, elegante e dalla faccia impaurita, racconta di aver comprato «in piazza Pontida. Mi avevano detto che era un acquisto più sicuro delle azioni, che non avrei avuto nessun problema». Vicino però c’è un pensionato di Capriate che un’esperienza positiva l’ha avuta: «Siccome 20 anni fa avevo comprato un diamante da Unicredit, a 10 mila euro, e alla fine ne ho portati a casa 18 mila, avevo suggerito a mio fratello di investire anche lui». Già, ma il fratello ha speso 40 mila euro in una filiale dell’ex Credito Bergamasco e un diamante l’ha anche regalato alla nipote, che è presente anche lei: «Era un regalo di matrimonio, rimasto intestato a mio zio. Quando sono andata a dire che volevo venderlo hanno preso mille scuse, alla Idb, fino a quando non abbiamo saputo da tv e giornali cosa stava accadendo».

Una cinquantin­a di persone, grazie a Federconsu­matori, hanno già transato. Gli altri attendevan­o

l’ultimo annuncio del Banco Bpm, sui risarcimen­ti anche per chi aveva lasciato la pietra alla società venditrice. «Ma sono qui per informarmi, perché dovrei transare al 40? — dice un impiegato di Bergamo —. Intesa Sanpaolo rimborsa al 100 e io devo accettare il 40? Quello che è successo fa arrabbiare. Poco dopo aver comprato mi ricordo di essere entrato in una gioielleri­a per fare un regalo a mia moglie. Avevo portato il diamante della Idb e l’avevo mostrato al titolare. Appena l’aveva visto si era messo a ridere. “Ti hanno fregato”, me l’ha detto subito». E poi c’è il libero profession­ista, che di diamanti non ha mai capito nulla: «In banca mi dicevano: “Dobbiamo fallire noi per crearvi problemi con questi, non succederà”. Figuriamoc­i, è fallita la società che vendeva». Il Banco Bpm, presente agli incontri con le associazio­ni di consumator­i anche con i suoi vertici (alla riunione del 13 maggio c’era l’ad Giuseppe Castagna) ha scelto la sua linea: nessun commento sulle singole situazioni locali. Ma la rabbia è tanta.

❞ Dopo aver lavorato una vita mi han proposto di comprare diamanti per 20 mila euro, su 50 mila che ne avevo da parte. Era tutto un imbroglio

❞ Andai da un gioiellier­e a comprare un regalo per mia moglie e gli mostrai il diamante comprato. Si mise a ridere: “Ti hanno proprio fregato”

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L’incontro Le richieste di chiariment­i degli utenti dopo l’assemblea, a Umberto Dolci e Guido Vicentini
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