Corriere della Sera (Bergamo)

La tigre Obelix salvata dai chirurghi

Dalle Cornelle a Lodi: per la prima volta è uscita da Valbrembo

- Fabio Paravisi

Obelix ha 12 anni, età rispettabi­le per una tigre. Ma non era mai uscito dal Parco delle Cornelle. Il maschio siberiano di 200 chili e 4 metri di lunghezza lo ha fatto nei giorni scorsi, quando è stato portato in una clinica veterinari­a di Lodi per essere operato a un tumore cutaneo, che si è rivelato benigno.

Sembra un gattone col biberon tra le zampe. Ma quello che stringe è un tracheotub­o per aiutarlo a respirare, e soprattutt­o il proprietar­io delle zampe non è un gatto ma una tigre di due quintali di peso e quattro metri di lunghezza. Si chiama Obelix, e in dodici anni di vita è uscito da Valbrembo per la prima volta giovedì, quando lo hanno portato a Lodi per un’operazione.

Obelix è una tigre siberiana maschio ed è nato al Parco delle Cornelle, dove da cucciolo era stato davvero alimentato con i biberon. Lo hanno poi affiancato con una femmina per fargli compagnia, ma non si è mai riprodotto. E non ha mai dato problemi: «È un cucciolone», lo descrive il direttore del Parco Davide Guadagnino. Ma quando si tratta di avvicinarl­o e metterlo sotto i ferri è meglio essere prudenti. È successo due anni fa, quando gli era spuntata un’escrescenz­a sulla schiena ed era stato operato nell’ambulatori­o del Parco. Ed è successo nei giorni scorsi, quando il problema si è ripresenta­to. C’era una forma tumorale della cute, grande come un mandarino e benigna, ma a rischio di ulcerazion­e e sanguiname­nto. Così, in occasione della chiusura invernale del parco, si è deciso di operarlo all’ospedale veterinari­o universita­rio di Lodi della Statale di Milano.

Obelix è stato sedato alle Cornelle e caricato con un muletto su un furgone speciale, dove è stato collegato a sensori che durante il viaggio hanno monitorato in ogni momento le sue condizioni di salute. Scaricarlo, una volta arrivati a Lodi, è stato un altro discorso: è stato messo su un telone dotato di manici, e otto uomini sbuffando e faticando l’hanno portato nell’unica sala operatoria adatta, quella che si usa di solito per i cavalli nella Clinica per grandi animali. Visto che le occasioni per piantare aghi nelle zampe delle tigri scarseggia­no, per Obelix c’è stato il trattament­o completo: esami del sangue e delle urine, ecocardiog­rafia, tac total body che ha evidenziat­o un po’ di artrosi alla zampa anteriore sinistra che lo fa zoppicare (d’altra parte l’età è quella che è: le tigri in genere non vanno oltre i 14 anni). E poi il direttore della clinica Damiano Stefanello (di Treviolo) con l’anestesist­a Giuliano Ravasio (di Osio Sotto) con 45 minuti di operazione hanno effettuato il prelievo del tumore. «Ora lo stiamo esaminando — commenta il chirurgo —. Qui facciamo tante cose, certo operare una tigre tanto per cambiare dà soddisfazi­one».

Infine è stata fatta la sutura, con punti riassorbib­ili per evitare di dover cercare volontari per andare poi a toglierli, ed è cominciato il viaggio di ritorno, con Obelix arrivato a Valbrembo già sveglio all’80%. «Stavolta però era in una cassa — spiega Guadagnini — perché è vero che di carattere è un cucciolone, ma è sempre meglio non correre rischi».

Il viaggio La tigre è stata caricata con un muletto su un furgone dotato di strumenti di controllo

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 ??  ?? Sedata La tigre Obelix sul tavolo operatorio della clinica per grandi animali dell’Ospedale veterinari­o di Lodi: è stata utilizzata la sala di solito usata per i cavalli
Sedata La tigre Obelix sul tavolo operatorio della clinica per grandi animali dell’Ospedale veterinari­o di Lodi: è stata utilizzata la sala di solito usata per i cavalli

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