«Tav in una galleria non adeguata»: il caso in Parlamento
Monza, sotto la città tunnel dell’800 per i treni. I residenti: troppe vibrazioni. Il sindaco a Rfi: test sulla sicurezza
Un tavolo di lavoro istituzionale per affrontare l’emergenza dalla Tav merci a Monza. A partire dal 2020 il capoluogo brianzolo, tagliato in due dalla linea ferroviaria Milano-Chiasso, sarà investito da un imponente volume di traffico ferroviario che, a regime, conterà fra i 200 - 250 treni al giorno.
Il Comune di Monza, assieme al Comitato di via San Gottardo, composto da residenti che vivono a ridosso della ferrovia, si stanno muovendo con Regione Lombardia per chiedere a Rfi di potenziare le misure anti rumore e di sicurezza giudicate fino a oggi insufficienti. Il rischio più grande, evidenziato anche in un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli dal senatore leghista Massimiliano Romeo, è rappresentato dal passaggio dei convogli in una galleria che risale a metà Ottocento e che passa sotto il centro storico.
«I treni merci transiteranno a ogni ora del giorno e della notte, a velocità elevate e pericolose — sottolinea Romeo —. Il tunnel non rispetta i moderni requisiti di sicurezza e inoltre termina con una curva stretta a ridosso della stazione ferroviaria». Il tavolo di lavoro mira a coinvolgere il Pirellone e lo stesso Romeo, oltre al senatore di Forza Italia, Andrea Mandelli, per ottenere da Rfi una serie di interventi. Nei giorni scorsi, sul tavolo del primo cittadino dario Allevi, è arrivata una relazione dove i tecnici delle ferrovie fanno il punto su provvedimenti presi. «Non siamo soddisfatti — commenta Allevi —. Fra una decina di giorni abbiamo in programma un incontro per discutere nuove soluzioni. I monzesi hanno diritto di dormire sonni tranquilli senza temere il rumore dei treni o peggio ancora». Per contenere il rumore verrà chiesta l’installazione di barriere su entrambi i lati e non solo su uno, come invece è stato fatto. Sul fronte sicurezza, invece, Romeo, propone di «sottoporre la galleria a delle preventive e complete verifiche statiche e di sicurezza» e di ridurre il rischio di incidenti riducendo il numero di treni. «A lungo termine, vale a dire entro il 2030, l’obiettivo dovrebbe essere la realizzazione di una gronda ferroviaria esterna — spiega Giampietro Mosca, coordinatore del comitato —. A breve termine, invece, vogliamo ottenere la moderazione della velocità entro i 50 chilometri all’ora e l’alleggerimento del traffico su Monza».