EFFETTI DIGITALI
Le banche, nel complesso, hanno perfettamente compreso che il concretarsi appieno dell’innovazione digitale-informatica comporterà una riduzione del numero dei dipendenti, solo parzialmente compensata dall’immissione di altri, più giovani, meglio adatti ad applicare un nuovo business model gestionale. Il quale dovrà, sia pure tra qualche anno, considerare che la quasi totalità della clientela eseguirà online, quindi a distanza, tutte le operazioni che il ‘cliente’ pone in essere per attuare contratti bancari o anche di propria iniziativa, per concretare, in autonomia — ossia, seguendo il principio: «Non chiedo consigli, so sbagliare da solo» — la gestione monetaria e finanziaria delle proprie disponibilità. Tutto ciò comporterà, altresì, la riduzione del numero degli sportelli. Fermiamo l’attenzione su come ridurre il personale senza determinare tensioni sociali. Ubi ha annunciato che nell’ultimo quadrimestre del 2018 «accompagnerà alla pensione» un po’ meno di quattrocento dipendenti, qualificati nel linguaggio corrente con la parola «esodati volontari». Si tratta di dipendenti che, a legislazione pensionistica invariata, maturerebbero il diritto della pensione tra tre-cinque anni, ma che volontariamente chiedono di potere interrompere oggi il rapporto di lavoro, con la garanzia che la banca li accompagnerà alla pensione piena, pagando i contributi obbligatori fino alla maturazione di tale diritto, sulla base della retribuzione oggi in atto.
La banca non corre il rischio di aumenti salariali, di non potere mobilitare un numero minore di risorse umane aperte ai problemi della rivoluzione digitale. I dipendenti eliminano le incertezze legislative sulle norme pensionistiche: i volontari sono la quasi totalità degli interessati. La via scelta da Ubi corrisponde a quella della generalità delle altre banche italiane. Conferma che un buon governo non deve lasciare i cittadini nell’incertezza legislativa in materia economica. Che spesso si qualificano come volontarie scelte generate appunto da programmi politici che restano carichi di incertezze. Tutto ciò premesso, un piano di riduzione del numero dei dipendenti, fondato su «esodi volontari» esige, per completarsi, almeno altri due lustri. La posta in gioco è allora che la rivoluzione digitale non travolga la gestione graduale del problema di cui si tratta.
Tutto dipende dal fattore tempo di ogni singola banca, dalle caratteristiche e dalle classi di età della clientela, dall’apprendimento di procedure e metodi digitali, dall’evoluzione del contesto generale. Le rivoluzioni in campo economico e produttivo seguono, secondo esperienza e tradizione, un via di diffusione a velocità uniformemente accelerata. Basteranno gli «esodi volontari»? Credo di no, per molte banche, nel prossimo decennio.
La riflessione Necessaria una gestione graduale degli effetti sull’occupazione