Corriere della Sera (Bergamo)

Rock in salsa celtica con i Mahones si torna a «pogare»

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La loro storia inizia la notte di San Patrizio del 1990, in un pub, non di Dublino, ma di Kingston, Ontario. E a prima vista può sembrare strano che gli eredi dei Pogues arrivino dal Canada. In realtà, nei Mahones, di scena stasera al Carroponte (via Granelli 1, ore 21, ing. libero), portabandi­era del celtic punk d’oltreocean­o, batte un cuore tutto irlandese. È quello del loro fondatore, Finny McConnell, che sale sul palco con una band con tanto di fisarmonic­a, banjo, tin whistle, mandolini cori, batteria e chitarre, e con una trascinant­e miscela di folk pop, punk revival e rock n’roll. Nel live di stasera, inserito nell’evento «This is ireland», la band che ha ispirato il nome dai primi Pogues (che si chiamavano «Pogue Mahone», trivialità derivata dal gaelico che vuol dire «baciami il sedere») propone il suo repertorio quasi trentennal­e tutto da pogare, come «Drunken lady bastard», «A great night on the lash», «Rise again», «Paint the town red». Partiti dai centri sociali, The Mahones sono celebri per i loro show energici e hanno girato oltre 40 paesi, anche come headliner di festival in tutto il mondo, ma anche in studio di registazio­ne sono molto attivi. Finora hanno pubblicato 10 album, 3 compilatio­n, 2 live e 2 EP, con moltissime guest star, come Jake Burns degli Stiff Little Fingers, Simon Townshend degli Who, Dave Baksh dei Sum 41, Greg Keelor dei Blue Rodeo. Con McConnell stasera ci sono Katie Kaboom, Michael O’Grady, Sean Winter, Sean «Riot» Ryan e Scruffy Wallace.

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Frontman Il cantante dei Mahones Finny McConnell

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