Corriere della Sera (Bergamo)

Foppolo, offerta di Moretti «Ma c’è molto da chiarire»

Moretti: l’utile della Brembo Super Ski più il 50% «Da chiarire la proprietà della Quarta Baita: ma resto»

- Armando Di Landro

Massimo Moretti, lanciato nell’avventura imprendito­riale a Foppolo dallo scorso autunno, prevede un’asta di Brembo Super Ski per gli impianti che forse andrà a vuoto. Offre quindi una cifra pari all’utile più il 50%. «Gli impianti sono la base di tutto, io resto a investire, ma quanta confusione».

❞ La dico alla Mourinho, non sono un pirla: per poter investire servono gli impianti Massimo Moretti

❞ In Regione All’assessore Magoni dico che Foppolo può essere un caso pilota per migliorare anche altrove

Ha una sorta di sorriso costante Massimo Moretti, ex direttore generale dell’Inter, mentre ragiona sul presente e sul futuro di Foppolo e del comprensor­io sciistico, seduto a un grande tavolo bianco dentro la sua casa di un lusso garbato nel cuore di Bergamo, tra parquet e archi in pietra perfettame­nte ristruttur­ati. Un sorriso che si illumina quando legge un messaggio ricevuto dalla figlia «che vive alle Barbados», nei giorni più bui (giudiziari­amente parlando, con gli arresti dei sindaci) di tutto il caso: «Papà mi spiace per Foppolo, ma so che i tuoi sogni non si spengono facilmente». Il punto è qui: Moretti resta, si sente «tirato per la giacchetta», dopo la bufera, ma resta.

I paletti

Inizia però a mettere dei paletti attorno al suo sogno e svela anzitutto i veri rapporti con la Devil Peak di Giacomo Martignon, la società che nell’ultima stagione ha gestito in affitto le seggiovie Quarta Baita e Montebello del Comune di Foppolo: «A ottobre ho firmato un accordo da privato in cui mi davo 24 mesi di tempo al fianco della Devil Peak con l’eventuale impegno di rilevare a 5 milioni di euro, tra due anni, il 40% della società. Ora, non posso negare che a distanza di 7 mesi dall’inizio della mia avventura sono successe tante cose. Non voglio parlare di Beppe (Berera, il sindaco indagato e in arresto,

ndr), sarebbe come calcare su un suo dramma personale. Però, insomma, i pochi motivi che ci sono per restare per me valgono parecchio».

Il Belmont e Banco Bpm

Racconta di aver costituito la Belmont House, al 51% sua e al 49% della Devil, «con cui tra venti giorni firmerò il rogito per l’albergo del Belmont, 36 stanze, dal fallimento della Foppolo risorse, grazie anche alla disponibil­ità del Credito Bergamasco, pardon Banco Bpm, e al mutuo che ci hanno concesso, con due interlocut­ori che mi hanno spinto a continuare, come il direttore della divisione bergamasca Roberto Perico e il responsabi­le d’area Gianpaolo Valli». Un’operazione da 5,9 milioni che consentirà di sbloccare anche la cessione, a titolo di pagamento, di 20 appartamen­ti dello stesso complesso ad altrettant­i fornitori che non hanno ancora visto i loro soldi per i lavori realizzati. «Perché anche loro mi hanno detto che senza questo passaggio per la valle sarebbe la fine...». Ricorda, Moretti, di aver «accettato di dimezzare, quasi, le previsioni sul prezzo degli skipass per mantenere tariffe uguali a quelle della Brembo Super Ski fallita». E poi arriva al dunque: «Sono una persona molto conciliant­e, tra i peggiori clienti degli avvocati, perché di cause ne ho evitate parecchie. Ma, la dico con Mourinho quando era all’Inter: non sono un pirla». Chiarisce così che tutti i suoi sorrisi e la sua buona volontà restano se c’è chiarezza, a partire dai suoi partner: «La Devil Peak, ad esempio, era subentrata alla Foppolo Evolution a cui il Comune aveva espropriat­o gli impianti. Ma la società ha mai preso un euro dal Comune? Se non l’ha mai preso mi spiegate perché?». «E la terrazza Salomon di chi è? Possibile che non si sappiano certe cose?»

La proposta

Non basta, naturalmen­te, «perché per continuare a investire servono gli impianti, coordinati tra loro, con la gestione migliore possibile», allarga le braccia l’ex dg interista. «Ma con l’asta da 7 milioni di euro annunciata dal fallimento della Brembo Super Ski dove si va? Se dovesse andare deserta la società sarebbe ancora costretta a un anno di esercizio provvisori­o. E io aspetto. Chi non aspetta sono i potenziali clienti, quelli che devono scegliere se prenotare una stanza o un appartamen­to. Allora faccio la mia proposta: rilevo gli impianti offrendo alla Brembo Super Ski l’utile di questa stagione straordina­ria per la neve, più il 50%. Firmiamo adesso. Se poi all’asta si presenta qualcuno e vince, il nostro contratto si straccia. E lo dico chiaro: se fossi uno speculator­e aspetterei che l’asta andasse deserta. Invece voglio bene a Foppolo, dove ho iniziato a sciare». Cosa accadrà? Dai curatori fallimenta­ri al momento nessun commento, non è escluso un intervento nei prossimi giorni. Ma è chiaro che tutte le operazioni relative al fallimento sono vincolate dal tribunale. E quindi piuttosto rigide.

Strategie e progetti

Di certo Moretti sembra voler giocare d’attacco. Almeno nei piani che elenca uno dopo l’altro. Pensa ad esempio a un grande parco con più attività, bicicletta, scalate, tiro con l’arco, ma tutto ben organizzat­o. «Però chi mi dà i permessi?». «Ho scritto all’assessore regionale Lara Magoni, per incontrarl­a, ma non per chiederle aiuto. Anzi io dico che Foppolo con un rilancio vero e con nuove sinergie, può essere un caso pilota per tutte le altre stazioni in difficoltà, che contano 300 milioni di debiti. Partendo da un punto: ci sono 700 posti auto pieni, la domenica, a Foppolo. Solo 70-80 nei giorni settimanal­i. È lì che si può crescere, è lì che si può fare una politica dei prezzi concorrenz­iale, se no come possiamo competere con la Val di Fassa?». Oltre alla Belmont House il super manager ha già costituito la Belmont Foppolo: al momento è tutta sua, al 100%, ma l’impegno è che un giorno — se tutto dovesse andare bene — la Devil Peak subentrere­bbe al 50%. Nella sua visione dovrebbe essere la società che, con il nome dell’albergo, potrebbe avere la gestione di tutto il rilancio.

I bambini a sciare

Anche sfruttando, forse, una serie di sinergie che Moretti sta già testando in modo particolar­e. Sul tavolo di casa ha una serie di fogli A4 stampati in orizzontal­e, con una grande immagine delle piste in copertina. Cielo azzurro e neve da favola. «Ho scoperto — dice — che l’80 per cento dei bimbi della Valle non sa sciare. Ho proposto un accordo a tutti i dirigenti scolastici. Posso già dire oggi che dalla prossima stagione porteremo 1.000 alunni sulle piste, cinque uscite in tutto per 80 euro complessiv­i, attrezzatu­ra, trasporto e skipass inclusi. E per i genitori che non potessero permetters­i quei soldi sto istituendo un Fondo di solidariet­à. Per farlo ho bussato alle porte della San Pellegrino, poi a quelle di Ubi Banca e del Creberg. E in tempi in cui nessuno vuole sentir parlare di Foppolo, tutti mi hanno ascoltato. Io questo progetto lo voglio, anche se dovessero andare male le mie iniziative imprendito­riali, questo lo farò». Certo, si torna al principio. Servono gli impianti. E anche quando si chiede a Moretti se parteciper­à di nuovo al bando per l’affitto della Quarta Baita e del Montebello, entro fine agosto, lui risponde: «Non lo so». Senza nasconderl­o, vorrebbe tutti gli impianti.

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Massimo Moretti
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