«Spacciatori a 14 anni per una felpa»
Il procuratore per i minori: 169 nei guai nel 2017
Spacciatori a 14 anni, per comprarsi l’hashish o la marijuana, oppure per togliersi qualche sfizio. Sono i baby pusher, spesso con una normale vita da studenti e una normale famiglia. Emma Avezzù, procuratore dei minori di Brescia, conosce centinaia di storie. Solo lo scorso anno, sono finiti nei guai 169 minorenni per cessione o detenzione di droga ai fini di spaccio. «Sono anche giovanissimi, lo fanno per pagarsi la droga oppure in gruppetti organizzano piccoli business, magari per guadagnare qualche soldo con cui comprarsi la felpa o pagarsi la cena». Non esiste un identikit preciso: «Spesso sono ragazzi che studiano, magari hanno qualche problema, magari le famiglie sono poco attente ma non per forza di cose». La Procura dei minori cerca di evitare la pena pura e semplice, l’orientamento è, piuttosto, inserirli in un percorso di messa alla prova.
Spacciano hashish o marijuana, per pagarsela a loro volta o per permettersi qualche sfizio. Il procuratore capo di Minori, Emma Avezzù, conosce le storie di tanti giovanissimi: 171 solo nel 2017 per il distretto di Brescia, di cui 101 italiani, 26 stranieri e 38 figli di stranieri ma nati in Italia.
A che età spacciano?
«Anche da molto giovani. Sono imputabili dai 14 anni, ma non escludo che ne circolino anche sotto i 14».
Che tipo di droghe?
«Per lo più hashish e marijuana. In un caso più unico che raro a un ragazzino di Brescia abbiamo trovato cocaina, tanta, cosa che fa pensare fosse sfruttato da degli adulti».
Spacciano ai coetanei?
«Si, per lo più. Di solito ci troviamo davanti a episodi di piccolo spaccio, molto spesso in ambito scolastico, da minore a minore, cosa che per altro configura delle particolari aggravanti».
È superata l’idea che la droga giri più negli ambienti del divertimento?
«Purtroppo la droga circola nelle scuole e in genere in tutti gli ambienti frequentati dai ragazzi, non escluderei nemmeno qualche oratorio».
L’ultimo caso, a Bergamo, davanti alle scuole.
«Nel caso specifico sul tragitto tra due scuole superiori e la stazione, alle 13,30, orario di uscita degli studenti, il che significa essere lì per aspettarli».
Nelle scuole colpisce.
«I controlli vengono fatti, anche con i cani anti droga, su richiesta dei presidi, quando c’è una notizia specifica, o le stesse scuole segnalano il rinvenimento nei bagni di sostanza stupefacente.
Che ragazzi sono?
«Sono anche giovani che studiano regolarmente, magari non sono studenti modello, con qualche problema e con delle famiglie non molto attente. Ma non è detto, perché capita che ci troviamo davanti genitori che davvero cadono dal pero».
Sono anche consumatori?
«Sì, per lo più consumano anche droga leggera. Spacciano per avere i soldi per ricomprarsela o perché diventa un business. Si organizzano in gruppetti e ricavano soldi magari per comprarsi la felpa o uscire a cena».
Dovendosi approvvigionare da altri spacciatori, non rischiano di finire in giri più grandi?
«Il ragazzino consumatore che ha bisogno di soldi rischia di fare “il salto di qualità”, cioè essere sfruttato per spacciare, o di passare a sostanze più pesanti. Questo anche se, ripeto, i nostri ragazzi sono più che altro consumatori che cedono droghe leggere. Forse non hanno nemmeno la percezione di commettere un reato. Capita che dicano “non mi sono fatto nemmeno pagare”, ma per la legge è comunque reato».
Che cosa rischiano?
«Non è più consentito l’arresto in flagranza per i minorenni, però sono possibili alcune misure cautelari come il collocamento in comunità, se le famiglie non danno garanzie, oppure la permanenza a casa che equivale agli arresti domiciliari».
E come condanne?
«Per il quinto comma (lieve entità ndr) sono fino a 4 anni, con le aggravanti per i luoghi — scuola, oratori, altre zone frequentate da minori — e per la cessione a minori si può arrivare a 6 - 8 anni».
Quale è l’approccio?
«Per i minori si cerca di evitare la pena pura e semplice. Si cerca di inserirli in un percorso di messa alla prova perché si dedichino a interessi più educativamente validi».
Le tipologie «Sono anche ragazzi che studiano e non sempre le famiglie sono disattente»
❞ I ragazzi sono imputabili dai 14 anni ma non escludo che spaccino droga anche più giovani Emma Avezzù Procuratore
Funziona?
«Come distretto di Brescia siamo tra i più alti d’Italia».
La recidiva è alta?
«I ragazzi che hanno seguito il percorso e reiterano i reati sono pochi, non è un dato significativo. Ci sono, invece, purtroppo, giovani che non portano a termine la messa alla prova».