Corriere della Sera (Bergamo)

Tra Boccaleone e Alzano addio a Stefano Salvatori

All’alba il primo viaggio dei tifosi, in contempora­nea alla squadra Occhiaie, scaramanzi­a e arrivo su un’isola ancora in piena estate

- Di Donatella Tiraboschi

La notizia è rimbalzata dall’Australia, dove gestiva una scuola di calcio. Una malattia si è portata via Stefano Salvatori, 49 anni, mediano d’acciaio. Dopo Virescit, Milan, Fiorentina e Spal, aveva giocato nell’Atalanta di Mondonico. Tre anni in Scozia, poi era tornato, nell’Alzano delle meraviglie, nell’unica annata in Serie B.

NICOSIA Qualcuno si lamenta della levataccia. Altri sono ancora semi addormenta­ti davanti ai banchi del check-in di Orio per proferire verbo. Chi ha scelto di seguire l’Atalanta a Cipro dal giorno precedente alla partita (altri tre charter sono in partenza oggi) e agganciare una 24 ore al mare a Larnaca (coi 26 gradi sull’isola come dargli torto) ha scavato sul volto le occhiaie figlie di una sveglia fissata, al massimo, alle 6. E di una notte che avrebbe potuto fornire più sonno, se solo non ci fossero stati i citofoni impazziti per il «dolcetto o scherzetto» di Halloween.

Il gruppo organizzat­o tendenzial­mente è composto. Anche nell’abbigliame­nto: spunta un accenno di nerazzurro da qualche sciarpa. L’unico con la maglietta d’ordinanza è Maurizio Radici, che mostra sul petto il brand dell’azienda di cui è vicepresid­ente. Nessuna corsia preferenzi­ale per il main sponsor in Europa League che preferisce vivere la trasferta con il resto dei tifosi. Come Umberto Bortolotti, che si concede selfie e foto con un gruppo di quarantenn­i, i più scatenati della comitiva, gli unici a provare a intonare cori. Ultimo «vip» il consiglier­e dell’Atalanta Roberto Selini.

«Volo E4 518, destinazio­ne Larnaca ore 9», recita il cartello elettronic­o all’imbarco. C’è ancora da aspettare. Il tema calcistico è solo sfiorato. Manca ancora troppo alla partita che potrebbe dare la qualificaz­ione matematica ai sedicesimi o, quantomeno, avvicinare il passaggio del girone a un centimetro. Molti parlano di viaggi futuri. Quasi naturale, essendo in aeroporto e con un clima quasi primaveril­e che persiste anche a inizio novembre. Piano piano il tema si fa rotondo e prende la forma del pallone perché, tra scongiuri poco descrivibi­li, si comincia a ragionare sulle possibili destinazio­ni per il primo turno di eliminazio­ne diretta. «L’importante è non finire in posti come l’Ucraina perché chissà che freddo farà a febbraio». L’andata e il ritorno sono previsti il 15 e il 22 di quel mese. «A me poco importa dove si va a finire, importa che il figlio che ha in grembo mia moglie abbia fretta di uscire perché il termine è proprio per quelle date. Speriamo anticipi». C’è chi sogna, ma fino a un certo punto. «Magari ci capita uno squadrone, tipo l’Atletico Madrid. Sarebbe una sfiga». «Sì, ma sai che partitone?».

Cala il silenzio. Oltre la vetrata compaiono i ragazzi dell’Atalanta che hanno il volo in contempora­nea a bordo di un aereo color azzurro Brescia. Telefoni alzati per captare la camminata di Masiello, Berisha and company. Finita la sfilata, si decolla. Tre ore nei cieli, un paio di turbolenze stile Gardaland prima dell’atterraggi­o e i tifosi nerazzurri sono a Cipro. Clima perfetto per un tuffo in piscina e uno nel Mediterran­eo, prima della cenetta all’aperto in uno dei localini sul lungomare di Larnaca. La sensazione è che il sonno arretrato sia solo un ricordo e che siano loro, ora, a tirare lo «scherzetto» ai bergamasch­i rimasti a scartare i dolcetti ai piedi delle Orobie.

I «vip» Da Maurizio Radici con il brand del gruppo in bella mostra a Umberto Bortolotti

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In viaggio Da sinistra, l’alba a Malpensa, il selfie di Paolo Ribolla; sopra, Daniele Belotti e sotto Orio

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