Truffe, abusi e favori Sotto inchiesta la cricca del Parco Adda Nord
Perquisiti gli uffici. Indagati l’ex dg Minei, Bani e Moroni
otto inchiesta la cricca del Parco Adda Nord. Gli investigatori della Mobile di Milano, su disposizione del pm del pool Anticorruzione Giovanni Polizzi, hanno perquisito gli uffici che gestiscono i cinquemila e 650 ettari di verde lungo il fiume Adda, da Lecco alle porte di Milano, tra gli scorci paesaggistici in cui Alessandro Manzoni ambienta i Promessi Sposi e i simboli dell’archeologia industriale. L’indagine riguarda l’ex direttore generale Giuseppe Luigi Minei (indagato per turbativa d’asta, truffa, abuso d’ufficio e soppressione di documenti pubblici); il suo vice Alex Giovanni Bani (truffa) e la funzionaria 34 enne Francesca Moroni (concorso in turbativa d’asta). Richiesta un’esibizione di atti anche ai Comuni di Basiglio e Trezzano Rosa e alla Provincia di Bergamo.
La vicenda, su cui ora indaga la Procura, è stata ricostruita a metà luglio dal Corriere della Sera. L’indagine è partita dalle verifiche ispettive eseguite al Parco Adda dalla commissione d’inchiesta istituita da Regione Lombardia. Determinante per le indagini il lavoro dei due componenti dell’Agenzia regionale dell’Anticorruzione (Arac) Giovanna Ceribelli e Sergio Arcuri. Tutto ruota intorno alla figura dell’architetto Minei, 60 anni, nominato direttore del Parco Adda Nord il 15 febbraio 2013 e in carica fino al marzo 2016. L’accusa di turbativa d’asta è legata all’assunzione della giovane amica Francesca Moroni, già sua collaboratrice al Comune di Truccazzano, dov’è stato direttore del servizio di gestione del territorio. Il contratto arriva dopo il fallimento di un bando-lampo, pubblicato per 15 giorni e non 30 come previsto dalle norme in materia. Non solo, Minei siede nella commissione d’esame che deve decidere a chi assegnare l’incarico. Eppure per obbligo di legge non ci dev’essere nessun rapporto, passato e presente, con i partecipanti. L’ipotesi è anche che l’allora direttore generale abbia appositamente stipulato un accordo con il Comune di Treviglio per potere attingere alle graduatorie di un concorso indetto negli anni passati e che vede Moroni come seconda classificata. La firma per potere pescare da Treviglio è del 29 gennaio 2016, con il segretario generale del Comune Antonio Sebastiano Purcaro (attualmente segretario generale della Provincia di Bergamo). Sempre Purcaro, il 18 marzo 2015, ha ricevuto una consulenza da seimila euro dal Parco, rinnovata lo stesso giorno della firma della convenzione, il 29 gennaio. Nel luglio 2016, Purcaro rinuncia a sorpresa al compenso.
Le presunte irregolarità su cui la Procura vuole fare luce riguardano anche un call center fantasma finanziato con 45 mila euro di fondi europei erogati da Regione Lombardia. Sulla carta deve essere un centralino per informazioni turistiche, in funzione dal luglio/agosto 2015 in concomitanza con Expo e attivo per 18 mesi, sei giorni la settimana. L’obiettivo è garantire soltanto per essere mostrato agli ispettori. Di qui l’ipotesi di truffa che riguarda sia il dg Minei sia il vice Alex Giovanni Bani. I controlli degli inquirenti riguardano anche la vittoria di Minei in una gara dell’Ente regionale per i servizi all’Agricoltura e alle Foreste (Ersaf). L’incarico della durata di venti mesi è per la valorizzazione del Parco dello Stelvio. La busta paga è di 120mila euro. Secondo gli investigatori Minei è già a conoscenza dell’esito del bando prima dei risultati: per lo stesso periodo dell’incarico, ma a decisione non ancora ufficiale, affitta un appartamento a Bormio.