Le regole della prefettura: assistenza sanitaria e psicologica, sopra i 20 ospiti due operatori presenti insieme
La vittima ha chiamato il 118 con il suo cellulare
Era salva, soccorsa dai due migranti che avevano messo in fuga l’aggressore, un richiedente asilo politico come loro. L’educatrice del centro di accoglienza di Fontanella gli ha chiesto di prenderle il cellulare che aveva lasciato in bagno, dove era iniziato l’incubo. La violenza. Le botte. È stata lei a chiamare il 118 facendo scattare gli interventi, dei sanitari e dei carabinieri.
A Fontanella, oltre agli ospiti, c’era un richiedente asilo senegalese con compiti di aiutante ed è arrivata un’altra educatrice. Sui tempi e sui dettagli di La cascina Fenatica di Fontanella, scena dell’aggressione chi era presente nel momento dell’aggressione, però, la procura vuole fare chiarezza. Ora che Silvestro S. è stato interrogato dal giudice delle indagini preliminari Federica Gaudino e che, oggi, la sua posizione verrà cristallizzata dal punto di vista delle misure cautelari, l’indagine si sposterà sulla sicurezza all’interno della struttura.
I requisiti stabiliti dalla prefettura sono precisi, indicati nel bando di assegnazione del servizio di accoglienza a onlus o cooperative sociali. La dotazione minima di personale, per esempio. Per i centri fino a 20 posti bastano un operatore di giorno e un operatore di notte. Se i posti sono 10 e non è possibile garantire un presidio fisso va assicurata la pronta reperibilità dell’operatore.
Per i centri da 21 posti a 50 servono due operatori di giorno, in compresenza, mentre di notte ne basta uno. Vanno assicurati i servizi di lavanderia, pulizia, tre pasti al giorno, vestiario, coperte e prodotti per l’igiene personale, il «pocket money» di 2,50 euro al giorno a testa. Così come l’assistenza linguistica e culturale, l’informazione sulla normativa relativa all’immigrazione, il sostegno sociopsicologico. E l’assistenza sanitaria nei presidi territoriali o dai medici di base. La visita medica è di prassi, mentre capire se sorgono problemi psicologici è affidato all’attenzione dell’educatore.
La prefettura controlla che i requisiti vengano rispettati, le ispezioni sono settimanali. E ci sono profughi che diventano a loro volta mediatori culturali o linguistici, ma al termine di un preciso percorso e dopo essere stati assunti a tutti gli effetti.