Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rinascimento Factory
Una mostra che squaderna i processi creativi che hanno rivoluzionato l’arte e la cultura a Vicenza, e, da lì, a raggera, in Italia e nel mondo. Ci riesce mettendo una accanto all’altro, grazie a prestiti difficilmente ripetibili e sparsi per il globo, da Firenze a Venezia, da Parigi a Los Angeles, da Londra a Birmingham, le opere che hanno generato nel XVI secolo connessioni innovative e geniali, permettendo di entrare in quel pensiero nuovo che apre un capitolo della storia dell’arte senza pari. È «La fabbrica del Rinascimento», la mostra che da oggi e fino al 18 aprile apre alla Basilica palladiana raccontando «Processi creativi, mercato e produzione a Vicenza» attraverso le opere di quattro insindacabili protagonisti nel campo dell’architettura, della pittura e della scultura che la sorte fece incontrare proprio qui, mettendoli al lavoro fianco a fianco come attori di una stessa idea creativa declinata nelle varie arti: Andrea Palladio, Paolo Veronese, Jacopo Bassano e Alessandro Vittoria. «Una capsula che riporta indietro nel tempo», come l’ha definita Davide Gasparotto, Senior Curator al Paul Getty Museum di Los Angeles, curatore di questa mostra assieme a Guido Beltramini, direttore del Centro Studi Andrea Palladio di Vicenza, e a Mattia Vinco, ricercatore di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Trento.
Una mostra che riparte dalla strada aperta con Ritratto
curata da Stefania Portinari e interrotta dalla pandemia. Vicenza ricomincia con coraggio da qui, con l’aspirazione a produrre un evento che, presentando il momento culturale in cui Vicenza era capitale della cultura, vale come biglietto da visita per la candidatura a Capitale della Cultura 2024.Dopo una notte passata a completamente