Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Brucia nel panevin il ritratto di Zaia «Una goliardata»

- Nicola Cendron

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TREVISO Facebook, nella serata del 5 gennaio, alcuni video e fotografie in cui veniva data alle fiamme una caricatura del presidente del Veneto, Luca Zaia, durante un piccolo panevin domestico, nel giardino di un’abitazione di Vittorio Veneto. Mauro Colombera, 48enne vittoriese, non immaginava avrebbe provocato tanto clamore: ieri pomeriggio è stato convocato dai carabinier­i per spiegare i motivi del suo gesto e ora spetterà alla Procura di Treviso vagliare se via siano o meno i margini per procedere nei suoi confronti. C’è anche l’eventualit­à che sia lo stesso Zaia a sporgere querela. Qualche giorno prima di Natale il governator­e aveva denunciato alla Digos della Questura di Venezia l’autore di un video minatorio in cui un giovane indicava l’abitazione il cui vive il presidente, a San Vendemiano. Questa però, forse, è una storia catalogabi­le diversamen­te. «Sono uno che ama criticare le istituzion­i e secondo me Zaia ha fatto dei “castroni”, io lo prendo sempre in giro -spiega Colombera- ai carabinier­i ho spiegato la mia posizione: ho sempre condannato le minacce nei suoi confronti, ci ho messo la faccia e l’ho pubblicame­nte criticato. È stata una goliardata, comunque nel rispetto della legge, non certo un atto di minaccia». Quindi non si aspettava conseguenz­e attaccando Zaia? «Mi è stato chiesto il motivo dei miei post su Facebook -replica il 48enne sorridendo- la caricatura era mia, fatta a mano libera e non ero neppure sobrio quando l’ho fatta. Resto a disposizio­ne del Prefetto per ulteriore chiariment­i e ora mi aspetto che Zaia mi chiami: io sono stato del “Galilei” e lui del “Cerletti”, non ho mica soggezione nei suoi confronti». Era così impossibil­e rinunciare al falò dell’Epifania? «Il panevin è una tradizione a cui tengo tantissimo e il mio non lo era neanche chiude Colombera- Il dare fuoco alla caricatura di Zaia voleva avere questo significat­o: il coronaviru­s deve morire. Il mio profilo Facebook è aperto e c’è un lungo percorso di critica politica, perciò quanto sta accadendo è un polverone creato per niente. Il panevin è per tradizione il 5 gennaio sera, non è che si poteva aspettare la fine di tutta questa situazione: questo gesto voleva essere quello di un anarchico comunista, all’apogeo della critica politica sull’operato di Zaia». Di piccoli panevin abusivi ne sarebbero stati organizzat­i diversi in tutta la Marca, stando a quanto trapela dai social, ma in molti avrebbero rinunciato a causa del maltempo. Di certo le forze dell’ordine non avrebbero svolto nessun intervento di questo tipo nella notte che un tempo era quella «dei Panevin».

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