Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Torna la «Nuda» di Giorgione dopo il restauro
Il Vasari la lodò per le proporzioni e il colorito «vivacissimo», un’esuberanza cromatica che dava alla figura quel tepore delle carni come se fossero vive. Superstite unica di una serie di affreschi che decoravano la facciata del Fondaco dei Tedeschi sul Canal Grande, la Nuda del Giorgione torna da martedì visibile al pubblico alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dopo 10 anni d’assenza, collocata in una delle sale della pittura cinquecentesca recentemente riallestite. Il frammento, già in uno stato di conservazione precario, venne staccato nel 1937 dai muri dell’edificio - espressione monumentale dell’anima mercantile della Serenissima - ricostruito dopo il devastante incendio del 1505. Grazie a un attento intervento che ha visto la pulitura della superficie dipinta, la rimozione delle colle e dei ritocchi a tempera alterati, la stuccatura delle piccole lacune e il loro abbassamento con velature a tono, l’opera si offre ai visitatori delle Gallerie in tutta la sua bellezza ed enigmaticità. Il capolavoro del maestro rinascimentale, che ritrae una seducente giovane figura femminile in piedi a seno scoperto entro una semplice nicchia, rappresenterebbe un emblema della pace politica o della prosperità commerciale di Venezia. Ma, come tutte le creazioni di Giorgione, la sua interpretazione lascia aperto il rebus sui possibili significati che si celano dietro lo sguardo sfuggente di quella donna.