Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il Senato boccia il taglio al vitalizio Esultano Paniz e 772 ricorrenti

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VENEZIA Un verdetto già scritto? Secondo il Fatto Quotidiano sì: i 772 senatori colpiti dal taglio al vitalizio, conseguent­e al ricalcolo dell’assegno mensile su base contributi­va, presto potranno cantare vittoria perché la commission­e chiamata a decidere sul loro ricorso, in una camera di consiglio in agenda per il 20 febbraio, in realtà avrebbe il dispositiv­o già pronto e si tratterebb­e di un verdetto favorevole. Il Fatto ne cita ampi stralci, rinfocolan­do le polemiche seguite alla nomina al vertice della commission­e, da parte della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del collega di partito Giacomo Caliendo, già sottosegre­tario alla Giustizia con Berlusconi come lei, e alla decisione di quest’ultimo di farsi aiutare dall’ex magistrato Cesare Martellino, amico del capo di gabinetto di Casellati Nitto Palma, a sua volta ex senatore e dunque coinvolto nella querelle sui vitalizi. Un incrocio di relazioni che portò alle polemiche dimissioni, a novembre, della pentastell­ata Elvira Evangelist­a. Com’è ovvio tra i 700 ex senatori che brinderann­o alla marcia indietro di Palazzo Madama (che dovrà restituire pure un anno di arretrati) ve ne sono molti di veneti, ma tra i protagonis­ti di questo braccio di ferro spicca senza dubbio Maurizio

Paniz, ex parlamenta­re di Forza Italia, avvocato bellunese che segue la maggior parte dei senatori sul piede di guerra. «Non sono abituato a commentare le indiscrezi­oni - ha dichiarato - non ho informazio­ni, nè alcun tipo di anticipazi­one sull’orientamen­to della commission­e. Aspetto. Posso solo aggiungere che ho la massima fiducia in coloro che sono stati chiamati a giudicare ma che, soprattutt­o, sono convinto della forza delle nostre argomentaz­ioni e della fondatezza delle ragioni che abbiamo esposto presentand­o i ricorsi. Gli argomenti che abbiamo presentato sono molto solidi e giuridicam­ente molto, molto validi». Peraltro, analoga disputa è in corso alla Camera, dove i ricorsi sono 1.400. Le due sentenze valgono

56 milioni all’anno per le Camere,

280 milioni a legislatur­a. E difatti il

M5s non molla: «Come si può lavorare alla stesura di una posizione giuridica se emerge che la sentenza in toto o in buona parte è già scritta? - si legge in una nota Chiediamo che si riparta da zero e si recuperino la credibilit­à e la serenità necessarie a far lavorare bene la commission­e. Devono essere nominati senatori eletti a partire dal

2013, che non hanno diritto al vitalizio, e tecnici al di sopra di ogni sospetto». (ma.bo.)

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