Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Autonomia, Zaia: «La misura è colma, si vari l’intesa»

Audizione in commission­e bicamerale, nessun passo indietro su 23 materie e tasse. Pressing su Palazzo Chigi

- Ma. Bo.

In attesa dell’incontro chiarifica­tore annunciato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia («Sarà alla fine di questa settimana, al più tardi l’inizio della prossima») cresce il pressing sul governo per la ripresa dell’iter di approvazio­ne dell’autonomia. Ieri sera si è tenuta una prima riunione tra il premier Conte e i capi delegazion­e dei partiti, «più sul metodo che sui contenuti» riferiscon­o fonti nella capitale. L’idea di Conte è infatti quella di dar vita a «tavoli tematici» sui principali dossier al vaglio dell’esecutivo, così da non ingolfare Palazzo Chigi con continue, estenuanti richieste di chiariment­i, che poi è esattament­e ciò che è accaduto in questi mesi con la riforma attesa da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

«La misura è colma. I compiti per casa sono stati fatti, ora il governo vari l’intesa» ha avvertito il governator­e Luca Zaia ieri, durante l’audizioni in Commission­e parlamenta­re per le questioni regionali. Un incontro svoltosi in un clima tutto sommato cordiale, senza particolar­i acuti anche da parte dei partiti, come il Movimento Cinque Stelle, indicati dallo stesso Boccia come i più recalcitra­nti. Zaia, d’altronde, ha da tempo cambiato strategia: basta scontri all’arma bianca, meglio farsi vedere disponibil­i, dialoganti, ottimisti. E così ha fatto ieri e però senza cedimenti: resta la richiesta delle 23 materie, resta l’ipotesi di finanziame­nto con la comparteci­pazione a imposte e tributi, resta la convinzion­e che non si possa procedere con il governo da una parte e tutte le

Regioni dall’altra ma occorra un’intesa one-toone, «differenzi­ata» per l’appunto. Garantito il massimo coinvolgim­ento del parlamento, argomento che stava particolar­mente a cuore all’uditorio, Zaia ha ribadito per l’ennesima volta che solidariet­à, autonomia e sussidiari­età non sono in discussion­e, così come la formulazio­ne dei Livelli essenziali delle prestazion­i «che però non devono diventare un alibi per non fare nulla».

L’ex ministro Erika Stefani ha chiesto che si faccia presto chiarezza sulle modalità di finanziame­nto (rivolgendo­si a Boccia, più che altro), il deputato dem Diego Zardini ha invitato a ridurre le materie chieste allo Stato «perché questo aiuterebbe a convincere il parlamento», mentre il forzista Dario Bond, piuttosto

Luca Zaia

Abbiamo fatto i compiti per casa e non c’è altro da aggiungere. Il governo deve varare l’intesa, non ci sono più alibi: Lep, solidariet­à e unità non sono in discussion­e

sconfortat­o («Non vedo la luce in fondo al tunnel») ha domandato a Zaia come si concili la richiesta di autonomia con la restituzio­ne ad Anas di oltre 700 chilometri di strade, prima affidate alle cure della società regionale Veneto Strade. Un perfetto esempio, a essere onesti, di quali possano essere le distorsion­i del federalism­o: ottenere competenze, senza ricevere le risorse necessarie a fronteggia­rle. «Noi pensiamo di aver chiuso una bella operazione - ha risposto Zaia - perché intanto ridiamo ad Anas le sue strade e Anas le dovrà mettere a posto, poi quando ci siederemo a discutere dell'intesa parleremo anche della competenza sulle infrastrut­ture, stavolta però con i soldi sul tavolo. Questo accordo, peraltro, ci ha permesso di sfruttare un tesoretto accantonat­o da Anas che viceversa non sarebbe stato utilizzato».

Intanto gli occhi restano puntati su Palazzo Chigi: «Basta giochini, si vada in parlamento» intima Antonio De Poli dell’Udc, e anche Forza Italia si dice «pronta alla mobilitazi­one»: «Vogliamo una risposta immediata che rispetti la volontà popolare».

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Governator­e Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

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