Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Casale, il comitato al giudice «C’è cromo, si scavi ancora»
L’avvocato Pecori: nessuna prescrizione possibile
VICENZA Nessun possibile reato è prescritto per la presunta discarica abusiva non autorizzata all’Oasi di Casale, per quel materiale inquinante e tossico interrato negli anni Settanta e Ottanta, visto che non c’è stato alcun sequestro dell’area e tanto meno una bonifica. Sì perché senza uno di questi provvedimenti non può essere scattato il conto alla rovescia del troppo tempo trascorso che cancella gli ipotetici reati. Reati che sarebbero per questo ancora permanenti. Diversamente da quanto sostenuto invece dal sostituto procuratore Barbara De Munari che ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto (e rimasto senza indagati) sullo sversamento di rifiuti nell’area naturalistica proprio in ragione della maturata prescrizione. È quanto ha sostenuto ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare Barbara Maria Trenti l’avvocato Massimo Pecori che assiste il comitato dei residenti di Casale e che ha evidenziato anche «la necessità di scavare più in profondità e non ai margini come fatto ma al centro delle aree già oggetto di verifiche da parte dei carabinieri del Noe». In ragione anche di quanto riportato sui rapporti Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e cioè «la presenza di cromo esavalente – spiega il legale – che a detta del n o s t ro te c n i co s a re b b e i n quantità rilevanti, per lo più il terreno è a diretto contatto con le falde acquifere, stando al Noe infatti non c’è argilla che separa la falda dai rifiuti». Se delegare ulteriori indagini come insistono a chiedere i cittadini o se archiviare definitivamente il fascicolo starà al giudice stabilirlo. Ieri, terminata l’udienza, si è riservato la decisione.
Il fatto che però avesse già rigettato la richiesta della procura di accantonare le indagini per prescrizione fa ben sperare il comitato di Casale. Il portavoce Giuseppe Romio si dice «ottimista» e mantiene la linea portata avanti da decenni: «Abbiamo riscontrato che quantomeno il giudice è molto interessato a quanto abbiamo da dire – dichiara – e quindi ribadiamo che secondo noi servono nuovi scavi, da eseguire nel centro dell’area dove sono stati sversati rifiuti e non a nord, dove invece si sono concentrati in ottobre. Se si scava nel posto giusto e alla giusta profondità, ovvero tra i 2 metri e mezzo e i sei metri e mezzo dal piano campagna, si troveranno senz’altro quantità elevate di cromo esavalente, perché i rifiuti non sono spariti ma sono ancora lì sotto. Inoltre, chiediamo che siano fatti accertamenti anche nell’area C, a ridosso di via Zamenhof, dove anche lì sarebbero stati scaricati rifiuti».