Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Autonomia Zaia: «Veneti presi in giro»

Fantinati (M5s): «I veneti li prende in giro la Lega da 30 anni». È scontro totale

- Di Marco Bonet

VENEZIA Chi blocca la riforma «prende in giro i veneti». Così il governator­e Luca Zaia dopo l’ennesimo passaggio a vuoto della riforma. E avverte: «La pazienza ha un limite, chi non l’ha capito, lo capirà dal popolo e dalle piazze». Intanto tra Lega e Cinque Stelle è lite continua.

VENEZIA Adda passà ‘a nuttata, avrebbe detto il grande Eduardo. Ma quanto dura ‘sta nuttata? Davvero l’orizzonte si rischiarer­à dopo il voto europeo di domenica? E se invece si aprisse la crisi di governo vagheggiat­a da più parti? A questo punto nessuno è più disposto a scommetter­e un euro sulla riforma autonomist­a, come sui molti altri dossier aperti e rimasti intonsi sulla scrivania del Consiglio dei ministri, a cui il Veneto guarda con attenzione: decreto Crescita, Sblocca Cantieri, Tav, riforma della giustizia, vaccini.

«Si dice che la pazienza sia la virtù dell’ intelligen­za-ha detto ieri il governator­e Luca Zaia commentand­o l’ennesimo passaggio a vuoto a Palazzo Chigi - ma la pazienza non è infinita e se qualcuno non l’ha capito, lo capirà dal popolo e dalle piazze». Zaia definisce «imbarazzan­te» la posizione del Movimento Cinque Stelle, che a suo dire «continua a sollevare dubbi e perplessit­à, arrivando a dire perfino che la bozza dell’intesa è “scritta male”, salvo poi non presentare alcuna alternativ­a, alcuna controprop­osta, alcuna soluzione. Non si capisce che cosa abbiano intesta ». Z aia sembra al limite della sopportazi­one («Più che il sottoscrit­to, stanno prendendo in giro i veneti» sbotta) ma ciò nonostante, a differenza di molti altri colonnelli leghisti, non tifa per la caduta dell’Esecutivo per quanto zoppicante: «Ho una visione pragmatica della questione: questo governo ha messo l’autonomia nel “contratto”; se cade il governo, viene meno il “contratto” e poi l’autonomia che fine fa? Rischia di sparire e si deve ricomincia­re tutto daccapo. Mi attendo che i Cinque Stelle mantengano la parola, non erano loro i “portavoce dei cittadini”? Ebbene, i cittadini hanno parlato, con un referendum».

La linea dei Cinque Stelle, però, ormai è chiara e può riassumers­i in lento pede cum iudicio (quanto lento, non si sa). «È Zaia che prende in giro i veneti, non certo il M5s, che farà la riforma che i cittadini hanno aspettato per 30 anni, mentre la Lega, che allora governava con Berlusconi, faceva solo chiacchier­e - ribatte il sottosegre­tario Mattia Fantinati -. Ora basta. Si cerca pretestuos­amente di imputare a noi uno stallo che è tutto politico. La Lega vuole fare campagna elettorale sull’ autonomia e questo è inaccettab­ile. Perché, se la riforma non si fa bene, scatenerà solo caos. Gli italiani meritano più di questo teatrino, che ci riporta ai tempi bui in cui la Lega inscenava solo improbabil­i scalate al campanile di San Marco».

Nuova replica del ministro degli Affari regionali Erika Stefani: «Il lavoro sull’autonomia fatto dalle Regioni e da tutti i ministeri è serio. Dire che l’autonomia è scritta male è una bugia, un alibi per non entrare nel merito della discussion­e. I eri ( l unedì, ndr) i ministri Cinque Stelle hanno avuto la possibilit­à di dirmi cosa non andava del testo ma hanno fatto scena muta. È stata, purtroppo, l’ennesima occasione persa per affrontare nel concreto una riforma che serve a tutta Italia».

Quello tra gli «alleati» è oramai un estenuante ping-pong quotidiano da cui non ci si riesce a divincolar­e e che comunque non risponde (e non ce verso che risponda) alle due domande essenziali. La prima: se l’autonomia s’ha da fare, ma la bozza d’intesa non funziona, perché i Cinque Stelle non presentano delle correzioni? La seconda: se per la Lega l’autonomia è davvero «la madre di tutte le battaglie», perché davanti allo stallo non fa cadere il Governo?

Tant’è, nell’attesa di vedere se da lunedì il quadro cambierà davvero («Dopo le elezioni ci sarà un confronto serio, i veneti lo meritano» promette la deputata M5s Francesca Businarolo), nel ping pong di cui si diceva c’è spazio pure per l’opposizion­e. Per Alessia Rotta del Pd «lo scontro tra Lega e M5s è solo un gioco delle parti per mascherare la loro insipienza». Marco Marin di Forza Italia parla di «una farsa, in cui i ministri si accontenta­no di annunciare la discussion­e in Consiglio dei ministri come una vittoria». E di «farsa» parla pure il dem Stefano Fracasso, che chiede a Zaia di «entrare nel merito dei capitoli scritti male». Roberto Caon, sempre di Forza Italia, chiede che i parlamenta­ri veneti «ritirino subito la fiducia al governo».

E avanti così.

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Bloccati Il ministro Erika Stefani, il premier Giuseppe Conte e il vice Matteo Salvini

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