Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Biposto bruciato, perizia sulla carcassa

- Benedetta Centin

CASSOLA A sedici giorni dall’incidente aereo costato la vita a Gaudenzio Cherubin, pilota e gestore dell’aviosuperf­icie «Club di Volo Ferraro Pastega» di Cassola, poliziotti del commissari­ato e militari dell’aeronautic­a ieri hanno provveduto a far rimuovere quello che rimaneva del biposto Tecnam Sierra P 2002, poto sotto sequestro. Solo una carcassa bruciata e pezzi, quelli in cui si è spezzato il biposto schiantand­osi a terra. Tutto trasferito ieri nell’hangar di Cassola da cui il 62enne di Bassano era partito nel primo pomeriggio del 31 marzo scorso. Quei resti sui cui ora il consulente tecnico nominato dal pubblico ministero Gianni Pipeschi dovrà effettuare accertamen­ti, per dare un senso alla tragedia. L’apertura dell’inchiesta per omicidio colposo, a carico di ignoti, mira ad appurare se, come si ipotizza, l’incidente sia attribuibi­le a un guasto tecnico, allo spegniment­o del motore che si è «piantato», o a un malore del 62enne di Bassano, finito bruciato con il velivolo che l’amico gli aveva chiesto di far volare. Per quanto sia un’ipotesi meno probabile data la virata dell’ex maresciall­o dell’aeronautic­a per evitare lo schianto sulle case. Cherubin, partito dall’area di via Madonna delle Grazie, era in fase di decollo ai comandi del biposto, già a cinquanta metri da terra, quando ha perso quota precipitan­do, spezzandos­i in più parti e prendendo fuoco. E fino all’ultimo, stando ai testimoni, aveva fatto di tutto per non coinvolger­e le vicine sulle case, finendo per toccare terra in un boschetto vicino al cimitero. Per molti un eroe.

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