Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sanità, la campagna choc anti-autonomia spacca i medici veneti
Gli Ordini di Padova e Vicenza: «Ingiusta». Venezia la ospiterà. Zaia: «Scandaloso»
La campagna choc dei medici partita dal Sud contro l’autonomia divide i colleghi veneti. «Ingiusta» dicono gli Ordini di Padova e Vicenza. Ma Venezia ospiterà i manifesti. Zaia: «Uno scandalo».
VENEZIA Si spaccano, i camici bianchi veneti, sulla campagna choc lanciata da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine di Bari ma anche della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), in risposta alla richiesta di autonomia anche in sanità presentata al governo da Lombardia, Veneto ed Emilia. I cartelloni affissi in Puglia con la foto di una donna calva, sotto chemioterapia e avvolta nel tricolore, accostata all’appello «Italia non abbandonarci. Vogliamo una sanità uguale per tutti», hanno fatto gridare «allo scandalo» il governatore Luca Zaia («l’autonomia è l’unico sistema per controllare i conti e per una verifica delle responsabilità amministrative») e sollevato un polverone. Anche perchè potrebbero diffondersi in tutta Italia: i presidenti degli Ordini ne parleranno venerdì, a Roma.
«Non credo che aderiremo alla campagna — annuncia Francesco Noce, coordinatore regionale della Fnomceo — non è fermando il Nord che il Sud migliorerà nell’assistenza ai malati. È giusto che ogni Regione riceva mezzi e risorse necessari a garantire a tutti il diritto alla salute ma, ferme restando le prerogative statali, su alcuni temi come il personale va concesso alle varie giunte di muoversi come credono». «L’iniziativa di Anelli mi lascia perplesso — confessa Paolo Simioni, presidente dell’Ordine di Padova — siamo tutti a favore dell’equità delle cure, ma non mi pare sia in discussione. Non è l’autonomia a creare le disparità, che già ci sono e vanno ricercate altrove, nelle differenze sociali e soprattutto in una distribuzione e gestione delle risorse non oculate. Problemi che non si risolvono con gli slogan. Magari invece l’autonomia potrebbe riequilibrare la situazione». In linea Michele Valente, presidente dell’Ordine di Vicenza: «La campagna è troppo forte, non mi sento di rilanciarla. E comunque se vogliamo parlare di regionalismo differenziato, oggi a essere penalizzato è il Veneto, che soffre di carenza di personale perchè l’aveva già ridotto prima del blocco del turn-over, basato sulla spesa del 2004 meno l’1,4%. Le Regioni del centro-Sud, che si sono tenute organici abbondanti, questo problema non ce l’hanno. Detto ciò, di promesse politiche mai mantenute ne ho sentite abbastanza per diffidare dell’equazione autonomia uguale panacea a tutti i mali. Bisognerà capire se davvero porterà più risorse o altri benefici al Veneto e comunque i vantaggi non saranno immediati. Come per ogni cambiamento, gli effetti si noteranno dopo anni».
La frattura arriva con Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine di Venezia e segretario regionale della Cimo (ospedalieri): «Ho già condiviso la campagna sulla mia pagina Facebook e sono pronto a riproporla. La foto è molto toccante, la richiesta d’aiuto umile ma efficace, di impatto immediato e comprensibile a tutti. Del resto deve raggiungere le coscienze delle persone e alimentare la solidarietà nei confronti dei malati del centroSud, che soffrono incolpevoli un’organizzazione già penalizzante. È necessario che le Regioni più ricche mantengano un atteggiamento di solidarietà nei confronti di quelle in difficoltà, non che allarghino ancora la forbice della disparità nell’assistenza. Anche perchè — aggiunge Leoni — la sanità del Nord deve molto al centroSud, dal quale proviene gran parte del personale medico e infermieristico, luminari compresi. Siamo in debito e dobbiamo lavorare tutti insieme per cambiare il sistema e diminuire i viaggi della speranza. Ma non si può fare sulla pelle dei malati, da un giorno all’altro». D’accordo Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao Assomed (ospedalieri): «La campagna è forte, dura, ma realistica, quindi la condividiamo. Il regionalismo differenziato legato all’autonomia canterà il Requiem al Sistema sanitario nazionale. Già la riforma del titolo V della Costituzione, che ha concesso maggiore autonomia, ha prodotto gravi differenze in termini di assistenza tra Regioni e tra Usl dello stesso territorio. Le regole devono essere stabilite dallo Stato, perchè se si accentuano maggiormente le differenze tra la sanità del Nord e quella del centro-Sud a rimetterci saranno i malati. Aumenteranno i viaggi della speranza e anche il pellegrinaggio di medici e infermieri verso il Settentrione. E tutto ciò non porterà più soldi al Veneto: dal Fondo sanitario otterrà sempre gli stessi,che invece di passare per Roma resteranno direttamente a Venezia».
161 Il Veneto avanza dalle altre Regioni 161,4 milioni di euro
690 mila: sono i ricoveri che ogni anno registrano gli ospedali veneti
17,7 milioni: sono le prestazioni specialistiche amubulatoriali erogate nella nostra regione