Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Se anche i veneti ora potrebbero diventare austriaci
CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) «La chiederanno in tanti», concede la presidente dell’Unione Ladini d’Ampezzo, Elsa Zardini. Un fatto di radici culturali, spiega: «Siamo i discendenti del popolo delle Dolomiti; e quando facevamo parte del Tirolo, non c’erano tasse da pagare, la nostra lingua era rispettata e ce la passavamo bene». Il fatto è che il disegno di legge che a Vienna stano scrivendo in materia di concessione della cittadinanza austriaca, non riguarderebbe solo gli altoatesini, ma tutti coloro che vivono nei territori che componevano il Tirolo Storico, a prescindere dalla lingua. Non solo germanofoni, dunque, ma anche popoli di idioma ladino, cimbro, mocheno e italiano. Ad esempio: i Cimbri non sono stati del tutto sterminati da Gaio Mario; i discendenti dei sopravvissuti prosperano ancora in Comuni trentini un tempo soggetti all’aquila bicipite, oltre che in Comuni del vicentino sottoposti in antichità al potere della Serenissima. Quanto alla Valle dei Mocheni, è in Provincia di Trento. Della Ladinia poi, sempre soggetta all’Austria, facevano parte comuni strategici per il turismo bellunese, come Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia. I tirolesi di lingua romanza erano a Trento. In realtà, la mossa di Vienna rischia di destabilizzare più Regioni del Nord. Infatti il comandante della Schützenkompanie di Trento Paolo Primon, che nel corso di una nota trasmissione radiofonica condotta da Oscar Giannino ha rivelato quali piani si starebbero scrivendo a Vienna, ha messo di mezzo anche comuni del Bresciano e del Vicentino. Per la Zardini, comunque, non si tratta di modificare i confini «ma di rispettare l’identità culturale dei Ladini». E il sindaco di Livinallongo del Col di Lana Leandro Grones, la vede così: «Qui la vorrebbero in parecchi, la cittadinanza austriaca». Ma poi aggiunge : «Bisogna vedere, però, che cosa comporti: non penso che te la diano così. Ci sarà qualcosa da fare, tipo il militare in Austria. Al che, per qualcuno, potrebbe essere una bella seccatura». Inoltre, Grones ritiene che il confronto con Roma potrebbe accendersi al calor bianco. «Non sarà una passeggiata al parco – afferma -: so che la Farnesina ha già usato toni duri, parlando di “atto ostile”. Quando al ministero degli Esteri capiranno che la posta in gioco è più grande, chissà che scintille». Comunque, nulla è deciso e pertanto Grones si dice «onorato dell’attenzione che l’Austria sta riservando ai Ladini».