Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Campi distrutti al 60% e camere vuote negli hotel «Serve lo stato di calamità»
VENEZIA Danni alle coltivazioni, caos in città, e grattacapi continui per il settore turistico. Le piogge estive - eccezionali o meno - si lasciano alle spalle una scia di problemi, subito denunciati dalle categorie. «A giugno è già caduto il 124 per cento di pioggia in più - sottolinea il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla, citando dati Isac Cnr - nel Veneziano le zone più colpite sono state Loncon e Concordia Sagittaria, dove circa 500 ettari di mais e soia sono stati distrutti da grandine, pioggia e raffiche di vento che hanno provocato un danno di oltre il 60 per cento». Identica situazione nel Padovano, tra Selvazzano, Rubano, Mestino, Veggiano, Saccolongo, Villafranca e Noventa Padovana. Nella provincia euganea anche i tessuti urbani sono stati colpiti pesantemente: trenta i Comuni coinvolti, trecento gli alberi abbattuti, almeno due settimane per tornare alla normalità. E dieci milioni di euro di danni. Più difficile quantificare gli effetti sull’economia turistica: «I siti meteo ogni lunedì annunciano maltempo nel fine settimana, solo per correggere il tiro nei giorni seguenti, per attirare più click - incalza Marco Michielli di Confturismo - E noi abbiamo gli alberghi pieni in settimana e camere vuote nel weekend. Bisognerebbe prestare più attenzione alle percentuali di attendibilità». Ecco allora che si pensa a come correre ai ripari: «Dovremo aprire un tavolo di discussione sulla sostenibilità del nostro settore: il Veneto è terra di eccellenze e di produzioni fondamentali per la vita quotidiana, ma a redditività bassissima», ha ricordato il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini, che chiede alla Regione lo stato di calamità. Ance, invece, plaude allo stato di crisi ma avverte: attenzione alla burocrazia. (gi.co.)