Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Arena 2011: e George Michael chiese scusa per il «ritardo»

Padova e Verona, dal 1988 a pochi anni fa: i concerti veneti

- F.Ver. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il palco, immenso, si fa buio. La band sussurra le prime note di una canzone che tutti sanno a memoria. George Michael, elegantiss­imo in completo e occhiali scuri, guadagna la pedana a piccoli passi e inizia Jesus to a Child. Quella voce perfetta, capace di far festa su Too funky o Shoot

the dog, è diventa ora una preghiera capace di entrare nel cuore delle migliaia di fan arrivati allo stadio Plebiscito di Padova. Chi ha l’istinto di tirare fuori l’accendino lo fa, ma in tanti riescono solo a bisbigliar­e il testo e si lasciano rigare il volto dalle lacrime. L’istantanea è scattata il 17 luglio del 2007. Una data che va ad aggiungers­i a quella del 21 maggio 1988 e a quelle del 13 e 14 settembre 2011, gli unici concerti veneti di George Michael, scomparso la notte di Natale a 53 anni.

Il primo si sarebbe dovuto tenere il 14 maggio del 1988 all’Arena di Verona, ma una pioggia torrenzial­e aveva prolungato l’attesa fino al 21 quando, allo stadio Bentegodi, si era, finalmente, celebrata la massima pop star del momento. Era l’anno di «Faith», disco da 25 milioni di copie in cui l’istinto R&B aveva preso il sopravvent­o sull’easy pop e i sogni romantici dell’«ultimo Natale» erano stati sostituiti dall’erotismo bruciante e diretto di I want your sex. Dopo Verona, Padova. Dieci anni dopo. Fissato precedente­mente allo stadio Euganeo, solo a poche ore dall’inizio, il live legato alla raccolta «25» era stato spostato al Plebiscito. Chi c’era non lo può aver dimenticat­o: dietro alla pop star due colonne di videowall alte come palazzi hanno incornicia­to uno dei più importanti concerti degli ultimi 15 anni. Una scaletta di 19 pezzi portata avanti con una padronanza da numero uno; una voce d’angelo ferito, perfetta in ogni passaggio, sostenuta da una presenza scenica magnetica.

Altri quattro anni e si torna all’Arena di Verona per due date di «Symphonica, the orchestral tour». È il 13 e 14 settembre del 2011. Dal palco George si scusa del ritardo, dicendo di aver annullato (23 anni prima) la data in Arena perché non si era fidato della pioggia. In quelli che, assieme a Milano, saranno ricordati come le ultime esibizioni live italiane, il cantante ha superato se stesso indossando i panni del crooner accompagna­to da un’orchestra sinfonica di 41 elementi. Un live magistrale, in cui l’eleganza della voce soul ha accarezzat­o Let her down easy di Terence Trent D’Arby come Brother can you spare

a dime di Bing Crosby e perfino True faith dei New Order.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy