Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lo spazzino suona il campanello di casa «Roberta, ecco il sacco passi da mia mamma?»

Primo giorno a Dorsoduro con il nuovo servizio Veritas «Sono come operatori sociali, conoscono un po’ tutti»

- Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «Spazzinooo­oo». Mica operatore ecologico o netturbino... «Spazzinooo­oo». Con la sua voce squillante e il sorriso stampato sul viso che tutti a Dorsoduro conoscono, ieri alle 8.30, Roberta, operatrice di Veritas, la società che gestisce la raccolta rifiuti a Venezia, ha «iniziato il suo giro» e in ogni calle, come un’eco, la solita frase: «Spazzino, ha niente per noi?».

Lo ha ripetuto a ogni portone, dopo aver suonato il campanello, fino alle 12.30. Roberta e i suoi colleghi Giovanna e Luca conoscono Dorsoduro come le loro tasche, sanno chi ci vive, dove sono gli anziani soli, chi esce di casa presto. Ieri, primo giorno della rivoluzion­e nella raccolta dei rifiuti in sestiere, l’accoglienz­a non poteva essere migliore. Da ieri, a Dorsoduro, nessuno può più lasciare i rifiuti sull’uscio di casa ma deve attendere l’arrivo di Veritas o, se non può aspettare, può portarli a uno dei sei punti di raccolta del sestiere tra le 6.30 e le 8.30. Il nuovo sistema di raccolta, di qui al febbraio 2018, sarà esteso a tutta la città: per i veneziani è una vera e propria rivoluzion­e e vista da fuori suona come una novità assoluta. Chi mai aspetta che squilli il campanello di casa per consegnare il sacchetto dell’immondizia?

In laguna, da sempre, i netturbini passano casa per casa e recuperano i rifiuti lasciati in calle. Un costume oggi non più sostenibil­e. Il motivo? Le immondizie aumentano il degrado e, soprattutt­o, attirano topi e gabbiani che sventrano i sacchetti in cerca di cibo. Un anno fa, Veritas ha sperimenta­to questo nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, un mix di autoconfer­imento e porta a porta, alla Salute. Il successo è stato immediato, lo sporco è diminuito e anche topi e gabbiani. Comune e Veritas hanno quindi deciso di estendere il modello a tutta la laguna. Ieri, il primo giorno nel vivace sestiere di Dorsoduro, quello dell’Università e del campo della movida, Santa Margherita. E subito è stato chiaro che, a parte poche eccezioni, residenti e commercian­ti erano contenti. A San Barnaba per due ore il via vai è stato ininterrot­to e Veritas stima che il 30 per cento degli abitanti abbia portato le immondizie prima del lavoro, contro il 10 per cento della Salute. «È un ottimo sistema - dice Anna Maria Mazzoleni, pensionata -. Le prossime volte che passo io attacco un bigliettin­o per la Roberta così sa di non suonare». Roberta ieri mattina era in campo e aveva già notato chi dei «suoi» era passato. «Qua non suoniamo, vanno presto al lavoro - dice di fronte a un portone - qui invece è passata prima la badante». A San Trovaso, l’istituto Canossiano: «Passerete sempre a quest’ora?», chiede una dipendente. «Per le 8.45 dovremmo sempre essere sempre qui», risponde. Altro campanello: «Sono la spazzina, ci porta i rifiuti?». «Ciao Roberta - si affaccia alla finestra un pensionato - siamo a posto». Poi però, dopo qualche minuto, a passo veloce l’uomo arriva al carretto con due grossi sacchi. «Mia moglie non mi aveva detto che c’era la plastica, scusate». A pochi passi da San Trovaso, su un campanello un biglietto: «Oggi non suonate». «È di una signora norvegese, magari lo facessero tutti», dice Luca mentre un cane fa le feste ai netturbini. «Conosciamo proprio tutti, poi io ho sempre le crocchette per i cani - ride Roberta, veneziana trasferita­si a Mestre - quando sono entrata in Veritas mi hanno chiesto di lavorare in terraferma ma non ho voluto, mi piace la socialità veneziana». Tra le calli, il dialetto va per la maggiore. «Ti xe già passà da me mama?», chiede una negoziante. «Xe ‘rivà ea in campo», risponde.

Eccola la scontenta: «Ma vi pare che con tutto quello che paghiamo dobbiamo anche tenerci le scoasse (immondizie, ndr) in casa?», tuona Elisabetta Brugnone. Roberta e Luca fanno spallucce e dicono: «Qui c’è un b&b, potremmo creare difficoltà». Ieri le voci di protesta sono state poche, i più a casa e ai punti di raccolta erano contenti della novità. «Prendo il pane e lascio i rifiuti, è comodo», dice una delle tante badanti passate a San Barnaba. Aggiunge una coppia, «abbiamo patito tutto il patibile con topi, sporco e gabbiani, siamo felicissim­i». «Can i take the garbage here?» (posso portare qui i rifiuti?), chiede un ospite di un alloggio turistico. «Yes», dice Roberta e agli ispettori che dalla prossima settimana multeranno con 167 euro chi lascia i rifiuti in calle suggerisce: «Ci serve un corso d’inglese».

 Mi avevano chiesto di fare la spazzina a Mestre ma a me piace la socialità veneziana

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