Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Quattordicesima a 113 mila pensionati Per l’Inps in Veneto «assegno» da 156 milioni
VENEZIA Saranno 113 mila i pensionati veneti, cioè quelli con un assegno compreso fra 750 e mille euro, che dal prossimo anno riceveranno una quattordicesima pari mediamente a 420 euro, così come previsto dall’intesa con il governo raggiunta dalle organizzazioni sindacali al tavolo della previdenza. Altri 200 mila cittadini della nostra regione, che beneficiano già di tale mensilità, la vedranno incrementata del 30%, vale a dire, sempre in valori medi, da 420 a 546 euro. A riscuotere per la prima volta la quattordicesima saranno in prevalenza le donne, storicamente destinatarie di pensioni più basse, le quali sono calcolate in oltre 72 mila unità.
Complessivamente, per l’estensione della platea di assegnatari della mensilità supplementare, l’Inps investirà in Veneto 131,5 milioni, ai quali se ne aggiungono 25 per l’aumento dell’importo delle quattordicesime già in vigore. Una distinzione fra le province vede Verona quella in cui nel 2017 è maggiore il numero di pensionati (22 mila) che riceveranno il nuovo assegno per la prima volta, seguita da Padova, con 21.300, e Treviso, 20 mila circa. I numeri scendono a 18.700 a Venezia e Vicenza, mentre a Rovigo e Belluno le cifre scendono a ottomila e 5.100. L’importo medio annuo percepito si aggira sui 10.500 euro. L’intesa firmata prevede anche l’equiparazione della no tax area per i pensionati a quella dei lavoratori, cioè a 8.125 euro annui, oltre alla ricongiunzione gratuita dei contributi versati ad enti diversi e l’introduzione di requisiti più semplici per anticipare la pensione per i lavori usuranti e per i lavoratori precoci. «Purtroppo però – ha evidenziato Franco Lorenzon, segretario generale della Cisl di Belluno Treviso - è rimasta sotto traccia una questione decisiva, cioè il fatto che la pensione sta cambiando natura da puro e semplice diritto a progetto da costruire con attenzione e consapevolezza sin da giovani. Basta chiedere a chiunque abbia meno di 40 anni per capire come per le nuove generazioni le aspettative di avere una pensione siano prossime allo zero, e nell’accordo si parla solo genericamente di affrontare il tema dell’’adeguatezza delle pensioni dei giovani’ e di ‘favorire la previdenza integrativa’». Per il segretario Cisl «l’attuale sistema pensionistico è segnato dalle gravi iniquità che garantiscono a pochi di mantenere privilegi pagati con i contributi di molti. Il vero cambiamento sarà di considerare la propria futura pensione come un progetto del cui buon esito è responsabile anche il cittadino, che deve cominciare da giovane a programmare il reddito una volta smesso di lavorare».