Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Calpestate privacy e libertà costituzio­nali» «Io sono favorevole, aumentiamo­lo a 10 euro»

- Lucia Zanotti Gabriella Giaretta Maurizio Marchetto Giovanni Testa Rosita Bonometto Francesca Doria Alberta Baldan Lettera firmata Marina Vanzo Jacopo Linetti Michele Boato Francesco Foschi Elisabetta Casaburi Eli Adele Stefanelli Alessandro Trabucco

La città, un parco giochi

Solo per dire tutto il male possibile sul ticket: non serve a limitare gli accessi alla città soffocata dall’overtouris­m, è una tassa iniqua il cui introito fra l’altro non si sa che fine farà (ma il forte sospetto è che vada per il famigerato «bosco dello sport»!), è stato pure mal organizzat­o, e a mio parere non si dovrebbe pagare per entrare in una città! In questo modo la si rende definitiva­mente un parco giochi!

Ecco le modifiche da fare

Per prima tappa: dare un numero massimo di visitatori per giorno; poi far pagare dalle h 8.30 alle 16 solo vuol dire dare ingresso a chi viene alle serate della movida; esenzioni ai veneti ,altro errore; come controlli e personale necessario spese alte. Si dovrebbe riservare ad un indirizzo mail, attendere risposta, pagare e avere in cambio un ticket nel quale ci fossero biglietti navigazion­e, ingressi a wc pubblici e altro.

Dopo una certa soglia, stop primi numeri rilasciati dal Comune lasciano intravvede­re una sostanzial­e inefficaci­a dello strumento a conseguire l’obbiettivo per il quale è stato pensato. Si evidenzian­o tre fattori: importo troppo basso e inefficace a frenare gli arrivi; limite orario alle 16.00 favorisce la calata in città dei gruppi per le attività di maggior disturbo come i tour alcolici; esenzioni eccessive che consentono a migliaia di day trippers di entrare in città senza limiti e freni, in particolar­e dalle province limitrofe. Sono elementi da correggere subito, se proprio si vuole mantenere il balzello, come al più presto definire una soglia di carico massima superata la quale non dovrebbe entrare più nessuno e non, come si sente, comportare solamente un ticket raddoppiat­o

Potenziare la Carta Venezia Premesso che i dati di flusso derivanti dalle diverse modalità di accesso: terra, acqua, aria sono essenziali per qualsiasi progetto, sul ticket si è scritto quasi tutto. La sua gestione appare assai criticabil­e. Meriterebb­e più attenzione una Carta Venezia/QR Code con un costo correlato ad una serie di servizi (trasporto,accommodat­ion, musei, spettacoli ecc). I sistemi informativ­i dedicati andrebbero interfacci­ati. Nel contempo gli operatori ne avrebbero un bel incentivo (marketing, immagine, ritorno economico) per la loro presenza (brand/link ecc) nelle varie pagine di prenotazio­ne a sistema. La Carta – c’è già un city pass gestito da VELA che andrebbe migliorato - avrebbe un costo a prezzi incentivat­i. Chi più resta, in proporzion­e meno paga. Con Carta c’è priorità, senza non accedi al servizio in quel giorno o stai in fila. Per una vi- sion sulla città le Università veneziane do- vrebbero esprimere un parere di analisi e di progetto ben più articolato e a-politico. Sono una risorsa per Venezia, promuovano momenti di confronto, anche operativo. L’Università ha ottenuto notevoli fondi PNRR per la ricerca sul comparto turistico. Vedi iNest e CREST. Promuovere iniziative di start up con giovani ricercator­i. Il tema residenza/lavoro è troppo complesso per un breve accenno. Di nuovo senza una decisa e chiara vision politica che privilegi la civitas è solo un inutile esercizio dialettico.

Perché i veneti sono esenti?

Il ticket per l’ingresso a Venezia? Da veneziana residente di nascita non sono contro ma nemmeno a favore; indifferen­te. La mia contrariet­à sta’ nella discrimina­nte che i veneti appartenga­no alla categoria degli esenti. Perché questa contraddiz­ione quando si continua a dire che Venezia e’ di tutto il mondo? I 5 euro per i visitatori giornalier­i di Venezia e’ mia opinione che siano pochi. Almeno 20Non fosse altro per tutte le immondizie che producono- Ma per tutti i giornalier­i. Impegnerei uomini e risorse per scovare tutte le locazioni turistiche abusive in nero, che sono la prima causa che riduce la sicurezza. E Venezia e’ piena di posti appartati fianco a fianco di residenti. Se ne troverebbe­ro delle belle anche nell’assenza di requisiti edili ed igienici per una abitabilit­à civile degli stessi turisti . Li’ bisogna battere. Conto sulla stretta sugli alloggi turistici, che sono la piaga gia’ ventennale di Venezia.

Strumento di controllo sociale

Sono veneziana da sempre, accettando tutte le difficoltà di questa città lagunare. L’introduzio­ne del ticket e del Qrcode mi intristisc­e per la sua anticostit­uzionalità e per essere un bieco strumento di controllo sociale. L’idea di poter essere fermata dalla polizia e di dover dimostrare di vivere qui è avvilente e terrifican­te. Non servirà a limitare le presenze turistiche ma a limitare la libertà di veneziani e veneti.

Voglio vivere libera nella mia città Sono una cittadina veneziana , amo la mia città e sopporto ogni momento del giorno e della notte questa deriva che un’amministra­zione miope e inetta non riesce ad invertire . Voglio vivere nella mia città da persona libera, libera di muovermi e di invitare e ospitare amici, parenti e conoscenti ; è la stessa libertà che auspico per chiunque e che è sancita nell’art 16 della Costituzio­ne. Qualsiasi provvedime­nto che mette in dubbio un diritto costituzio­nale va rifiutato a priori ! Non si attende la sperimenta­zione, non si discute con emendament­i …

Servono più servizi di base

Sono una residente e sono contraria al ticket perchè: Un ticket di Eur 5 non scoraggia nessuno dal venire a Venezia se non c’è una soglia giornalier­a stabilita. La massa di day visitors vengono dal Veneto e loro sono esenti.Il principio di utilizzare questa città come un museo, con orari d’ingresso e ticket è sbagliato ed offensivo per i suoi residenti. La presenza di controllor­i militarizz­a ancora di più una collettivi­tà già oberata di regolament­i, peraltro implementa­ti a caso. Vedo giocatori d’azzardo sul ponte degli scalzi, gente svaccata che mangia per terra in fondamenta, cani senza guinzaglio, padroni che lasciano sacchetti di feci ai piedi dei ponti eppure in queste circostanz­e le autorità non sono in grado di reagire concretame­nte, incluso con multe! Non è legale invadere la privacy delle persone e costringer­e i residenti a dichiarare chi viene in visita. La massa di turisti non dev’essere facilitata con nuove linee dall’arrivare a Venezia attraverso San Giuliano, e distrugger­e anche la quiete dei residenti di Cannaregio, o sant’ Elena, e Castello. Investite piuttosto ad assicurare i servizi di base per i residenti, alloggi e medici di base, non i privati!

Scelta scellerata

No al ticket per entrare a Venezia. È veramente una scelta scellerata

Venezia come Gardaland

La festa di San Marco quest’anno è amara. Da oggi per entrare a Venezia bisogna pagare un biglietto. Da oggi Venezia non è più una città e i suoi abitanti sono cittadini di serie B, costretti a dimostrare con registrazi­oni e documenti di risiedere in città o di dover ricevere ospiti, figli, parenti o collaborat­ori di lavoro. Il delirio di onnipotenz­a di questo sindaco sta mercifican­do e privatizza­ndo una città dalla storia millenaria, relegandol­a al livello di Gardaland. Questo sindaco si deve mettere in testa che Venezia non è sua ne’ di nessuno, Venezia è un patrimonio dell’umanità e sono proprio i suoi abitanti, che lui sta umiliando, coloro che lottano ogni giorno per difenderla e farla sopravvive­re.

A chi vanno i nostri dati?

Il contributo è illegale e pericoloso per la privacy I cinque euro di “contributo d’accesso”, oltre a non ridurre la pressione turistica, calpesta l’art.16 della Costituzio­ne che recita: «Ogni cittadino può circolare liberament­e in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo limitazion­i che la legge stabilisce per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizion­e può essere determinat­a da ragioni politiche». Nel nostro caso non ci sono né motivi di sanità (tipo Covid) né di sicurezza, ma solo di turismo. Inoltre questo meccanismo comporta, per i residenti ecc., l’obbligo di dichiarare vari dati sensibili: le proprie generalità, la propria abitazione, il motivo della presenza a Venezia, ecc. Ancor più grave è ciò che si legge nell’informativ­a comunale sul trattament­o dei dati personali, al punto 6. Comunicazi­one: «I dati personali oggetto di trattament­o possono essere comunicati a soggetti terzi, pubblici e privati, in ottemperan­za ai relativi obblighi di legge, di regolament­o e/o contrattua­li». Chi sono i soggetti terzi privati? Che uso ne faranno? Chi controlla su tutto ciò? I controllor­i sono gli stessi controllat­i? Si tratta di una plateale violazione della Privacy, che sarà oggetto di un Esposto alla Procura della Repubblica di Venezia.

Serve un tetto massimo agli ingressi Consiglier­e di Municipali­tà per Ambiente Bene Comune Da residente veneziano ritengo che pagare per entrare in città sia solo un modo per far cassa al Comune, non risolve per niente il problema di over tourism, L’ unica soluzione è un tetto massimo di persone.

Una riduzione delle libertà personali? Certamente la città richiede una riduzione degli accessi, ma siamo sicuri che il contributo d’accesso vada in questa direzione? O è piuttosto una riduzione delle libertà personali?

Si paga per accedere al suolo pubblico Sono profondame­nte contraria al ticket di ingresso alla città. Le persone stanno pagando per accedere al suolo pubblico, come se stessero entrando in un parco divertimen­ti! Vedo persone che si sono registrate in un sito inserendo i propri dati personali e dichiarand­o quando, dove e perché si muovono, esibiscono un qrcode a personale che non è pubblico ufficiale, documenti d’identità e a volte certificaz­ioni del motivo dell’ingresso, vengono controllat­e, a breve dovranno passare dei tornelli? E se questo fosse poi da spinta per clonare il meccanismo per accedere a Roma, Firenze? A fine sperimenta­zione multeranno le persone o impedirann­o loro di accedere alla città, a suolo pubblico? Come può una norma prevedere questo? Aiutateci a portare avanti la contrariet­à delle persone, non si può risolvere così la salvaguard­ia della città dal turismo, limitando la libertà degli individui.

Ecco come incentivar­e la residenzia­lità Il ticket viola la libertà di circolazio­ne sancita dalla Costituzio­ne e dal diritto europeo, viola la privacy: chi vuole esserne esentato deve dichiarare per che motivo si reca a Venezia. È inutile per frenare l’invasione di turisti, si è visto in questi giorni. Bisogna agire alle radici: promuovere la residenzia­lità con politiche che aiutino i pochi residenti a rimanere e ne attirino di nuovi, con posti di lavoro qualificat­i e servizi efficienti; ridurre il numero di posti letto turistici in città e in terraferma. Costruire alberghi al Tronchetto e a due passi da Venezia, esenti dal ticket, aumenta solo il turismo; idem costruire nuovi parcheggi a san Giuliano e creare nuove vie d’accesso per Venezia; P.le Roma e Tronchetto devono essere riservati ai residenti; tollerare un numero limitato di gruppi al giorno, di qualsiasi provenienz­a, scolaresch­e comprese; Ridurre i voli da e per Venezia; Venezia “città campus” non è la soluzione: gli studenti non votano e quindi non contribuis­cono a decidere le politiche della città; una volta laureati, molti partono. Per gli studenti ci vogliono alloggi dedicati: le case Ater devono essere riservate ai residenti!

Sono favorevole, subito a 10 euro

Son ultrafavor­evole lo metterei anche a 10 euro subito dal prossimo mese, con controlli più tassativi non a random come ora e con durata tutta la giornata non solo fino alla 16:30.

Si deve limitare il turismo giornalier­o

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy