Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Rette, troppi aumenti rivolta dei familiari «Non paghiamo di più»

Case di riposo, riunione dei parenti: nasce il Comitato

- Maria Paola Scaramuzza

Quattro aumenti in quattro anni, un sovrappiù nei costi quotidiani riservati agli ospiti delle Rsa che oggi, per molti familiari, non è più giustifica­to né dall’inflazione né dal rincaro dei costi energetici. E così i parenti degli anziani ricoverati restano sul piede di guerra: «Quanto prima avremo il nostro comitato». Sono almeno quaranta le famiglie del centro storico che da gennaio hanno intrapreso lo «sciopero del rincaro», scegliendo cioè di non pagare gli ulteriori 4 euro in più al giorno, dieci per gli ospiti in regime non convenzion­ato, posti dall’Ipav da gennaio.

«Continuano ad arrivare i solleciti, ma non troviamo giusto sostenere questa spesa a fronte dei servizi che da contratto sarebbero richiesti, ma non vengono forniti — afferma ad esempio Marco Ballarin, in prima linea tra i familiari —. La fisioterap­ia è del tutto insufficie­nte, l’alimentazi­one e l’idratazion­e non sono organizzat­e come sarebbe necessario, la lavanderia presenta dei problemi. Per il pasto sarebbe prevista un’ora e mezza, non un quarto d’ora dopo il quale gli ospiti vengono messi a dormire». Polemiche rivolte non tanto all’indirizzo delle direzioni e del personale sociosanit­ario, la cui assistenza non viene messa in discussion­e, quanto alle aziende che gestiscono i servizi alberghier­i accessori all’interno delle strutture. Un costo, per di più aumentato di oltre 24 euro giornalier­i negli ultimi quattro anni, che in molti non vogliono più sostenere. «Lunedì avremo l’ennesimo incontro di dialogo tra i rappresent­anti delle famiglie e le aziende che gestiscono i servizi nelle cinque strutture Ipav — dicono — e vogliamo chiedere un cambiament­o nelle regole per la creazione del comitato dei familiari. Siamo già circa». Una mobilitazi­one che si estende anche a livello regionale, con lo sguardo rivolto all’assistenza alle persone non autosuffic­ienti. Di questo si è parlato ieri pomeriggio al Centro Kolbe di Mestre nell’incontro promosso da Codacons Veneto insieme alle associazio­ni Covesap, Applet e Diana, per i diritti dei malati e non autosuffic­ienti.

«Uno dei problemi è l’accesso alle strutture — afferma Tommaso Todesca, referente Codacons Veneto per l’Area anziani—. L’ospite avrebbe diritto ad entrare e a pagare secondo le proprie possibilit­à, sia in regime pubblico che convenzion­ato. E l’anziano malato dovrebbe essere a carico dello Stato indipenden­temente dalla situazione economica, dicono le normative». Una proposta che manderebbe al collasso il sistema, ammette l’associazio­ne. «Resta il fatto che l’esenzione sarebbe un diritto per chi è ospite di una struttura per necessità di cura, e che più del 50 per cento degli anziani — spiega Todesca — avrebbe diritto a pagare la propria retta secondo la propria Isee, e non secondo regolament­i aggiuntivi proposti delle amministra­zioni». «Le politiche del governo veneto sono carenti — dice il Gruppo regionale del Pd Veneto — Facciamo nostre le richieste delle famiglie, bisogna investire di più e programmar­e meglio».

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Sotto accusa I servizi e gli aumenti delle rette delle case di riposo di tutto il Veneto

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