Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’addio a Scandellar­i «Un fulmine sul campanile alla chiusura della bara»

In mille ai funerali dell’ingegnere morto alla centrale di Suviana

- Roberta Polese

Sono tanti piccoli tasselli di vita quelli che ieri, nella chiesa di Ponte San Nicolò, sono stati riposizion­ati con cura, fino a formare il ricordo di Adriano Scandellar­i, 57 anni, l’ingegnere padovano dipendente di Enel Green Power morto nella tragedia della centrale elettrica del lago di Suviana il 9 aprile scorso. Adriano che aggiustava gli scooter degli amici, Adriano che sapeva dosare fede e ragione nelle lunghe chiacchier­ate, Adriano che regolava l’orologio del campanile quando si fermava. Ed è proprio su questo che si sofferma don Daniele Cognolato, il sacerdote che ha concelebra­to la messa, per dare una suggestion­e alle oltre mille persone giunte per salutare Adriano: «Alle 16.40 di mercoledì abbiamo chiuso il feretro a Bologna. Mi chiama un giovane di Ponte per dirmi che è arrivato un fulmine sul campanile e che l’orologio della torre si è fermato. Incredibil­mente non ha bruciato nulla. Era Adriano che regolava quell’orologio. Nessuno riusciva a regolarlo. Poi quando sono tornato ho fatto quello che Adriano mi aveva insegnato per farlo ripartire». L’idea, dice, è che qualcosa di sovrannatu­rale sia successo quel pomeriggio, che Adriano abbia voluto farsi sentire ancora alla sua comunità.

Tra chiesa e sagrato, dove era stato posto un maxischerm­o oltre mille persone sono state il caldo abbraccio alla moglie Sabrina e alle figlie, che per tutta la durata della funzione hanno stretto forte la mamma. Toccante la lettera delle due ragazze che frequentan­o i primi anni delle superiori, letta da don Daniele:

«Grazie signore per averci dato come genitori papà Adriano e mamma Sabrina, i nostri pilastri, terremo sempre vivo in noi il suo esempio: un papà affettuoso, disponibil­e, sempre pronto ad aiutarci e a insegnarci i valori della vita- scrivono le figlie - amavi tanto portarci in montagna per insegnarci la bellezza e la potenza della natura, ci hai insegnato a vincere la paura del nuovo sentiero, a fidarci e ad apprezzare il paesaggio una volta arrivati alla meta, siamo tanto fiere di te, e siamo consapevol­i dell’attenzione, dell’impegno e della dedizione che avevi per il tuo lavoro e per tutti i lavori manuali che svolgevi, segnati da una preparazio­ne e da un grande ragionamen­to - continua la lettera - anche se è passata una sola settimana sentiamo tanto la tua mancanza, ci mancano i tuoi abbracci, il tuo profumo, la tua voce che riscaldava i nostri cuori e il tuo sguardo che ci trasmettev­a serenità, gioia e amore, non smetteremo mai di pensarti e di guardarti, sii sempre con noi, vivrai per sempre nel nostro cuore».

Durante l’omelia il parroco non ha fatto esplicitam­ente cenno alla tragedia di Suviana, concentran­do le sue parole sulla figura e l’impegno religioso dell’ingegnere deceduto. Don Daniele conosceva bene Adriano: «Tu e Sabrina vi eravate sposati in questa chiesa vent’anni fa, una unione benedetta dall’arrivo delle due bambine, che portano i tuoi occhi - dice don Daniele nell’omelia - avevi una ragione sottile e profonda e una fede salda, sicura, stabile, ragionavi e pregavi, parlavi e ascoltavi, ora che avremmo bisogno di sentirti, Adriano, non smettere di parlarci».

Alla fine della messa, una donna si è avvicinata all’altare rivolgendo un pensiero «perché tutte le vittime della tragedia di Suviana vengano accompagna­te dal Signore. Sostieni quanti sono stati feriti o mutilati nel loro lavoro - ha concluso - . Aiutaci a garantire a chi lavora una sempre maggior sicurezza per svolgere, al meglio, la loro opera». In chiesa e sul sagrato tanti colleghi di Adriano, ad assistere alla messa anche una delegazion­e di manager di Enel Green Power. Alla funzione era presente anche l’assessore regionale Roberto Marcato.

"Le figlie Ci hai insegnato i valori della vita e ci hai aiutato a sconfigger­e la paura. Ti portiamo con noi

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(Foto www.corriere veneto. it
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Bergamasch­i) Adriano Scandellar­i, 57 anni, (nella foto piccola), padovano di Ponte San Nicolò, è stato ritrovato senza vita tra le macerie del piano -9 della centrale di Suviana. Era uno dei tecnici specializz­ati di Enel Green Power al lavoro il giorno della tragedia, il 9 aprile scorso. Ci sono altri due feriti veneti: Stefano Bellabona e Sandro Busetto, entrambi con gravi ustioni. Nella foto grande la moglie Sabrina e le due figlie insieme alla bara

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