Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cambiamenti climatici Paura e stagione più lunga
Parola d’ordine: adeguarsi. Al centro delle nuove dinamiche del turismo in Veneto (22 milioni di presenze nel 2023) ci sono gli impatti del cambiamento climatico. Mareggiate che erodono le coste, trombe d’aria, grandinate e piogge torrenziali, fenomeni estremi che condizionano chi con il turismo ci vive: secondo l’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Unioncamere Veneto nel terzo trimestre del 2023 il 75% delle imprese ha dichiarato che il cambiamento climatico ha avuto degli effetti sulle loro attività, con un aumento dei costi di gestione in particolare per quanto riguarda l’energia elettrica e i generi alimentari. La conseguenza? La variazione della stagionalità: più di un’attività turistica su tre ha notato il prolungamento della stagione estiva. Il tutto mentre prende sempre più piede il cicloturismo: in tal senso il Veneziano vuole «guadagnare terreno» rispetto a territori storicamente vocati quali il Padovano e il Trevigiano. E’ quanto è emerso nel corso della Giornata del turismo organizzata da Unioncamere, Camere di Commercio e Isnart, con l’Istituto nazionale ricerche turistiche che ha sottolineato come nell’intera provincia gravitino 12 mila delle 45 mila imprese turistiche presenti in Veneto, con 75 mila addetti operativi sui 257 mila totali. Tracciato, infine, l’identikit del «turista medio»: appartenente alla Generazione Y (ovvero nato tra il 1981 e il 1995), viaggia prevalentemente in coppia, e spesso senza bambini al seguito, il tutto spendendo più della media: 75 euro al giorno contro i 60. Intanto per quanto riguarda i balneari e la questione concessioni, la Fiba ha confermato la manifestazione nazionale a Roma del prossimo 11 aprile.