Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Colomba: «Cosa serve ora al Lane? Due attaccanti che facciano 30 gol»

- Luisa Nicoli

«Sì, gli ho parlato della piazza di Vicenza, che è una grande piazza, paragonabi­le alle grandi del sud. Lì c’è tanto calore ma bisogna arrivarci nel momento giusto. Chiamo sempre i miei ex, se sono ragazzi che conosco magari anche una parola può aiutare».

Baldini, arrivato ad un mese dalla fine del campionato, non è riuscito a salvare il Lane...

«Stava per farcela, peccato la partita col Perugia e lo spareggio. Però quello che ha fatto gli è valso il merito di poter continuare, è stato apprezzato, bisogna cercare persone serie e competenti e lui lo è».

Vicenza retrocesso che proverà a risalire subito...

«Vicenza è abituata bene, c’è un passato che parla, e penso a Guidolin. La piazza vuole essere competitiv­a e quindi bisogna che riescano a fare una squadra in grado di lottare per il titolo. Ricordo un’annata con Baldini a Napoli, eravamo in B ma in piazze così se non puoi lottare per i primi posti meglio che stai a casa. Vicenza è una piazza affettuosa ma deve avere una squadra che punta a vincere, non può essere una squadra che si arrabatta».

In questa Lega Pro cosa farà la differenza?

«L’intensità. E poi ci vogliono un paio di attaccanti che facciano 30 gol in due: lì devi spendere o avere la fortuna di scoprirne qualcuno. Ci vogliono certezze dietro e davanti, in determinat­i ruoli è fondamenta­le».

In Veneto Hellas Verona in A, Cittadella e Venezia in B...

«Il Verona ha fatto un’annata che resterà nella storia. Ora dovrà mantenere posizioni importanti. Se mi avessero detto a metà campionato che il Venezia sarebbe retrocesso non ci avrei creduto: Soncin, un mio ex giocatore, ha tentato la salvezza, non ci è riuscito ma auguro al Venezia di tornare su. Il Cittadella ormai è abbonato alla B, ma il colpo fa sempre gola, l’hanno sfiorato spesso».

Che ricordo ha di Vicenza? «Ottimo, quando si trova bene la famiglia non si può dire niente, ho fatto amicizie, ancora ci sentiamo. Ma era la stagione meno adatta, era in corso un rinnovamen­to dopo la fine di un ciclo, in realtà è stato cambiato solo il tecnico, con il mio arrivo. Dopo l’esonero non è andata bene anche se c’era un girone intero. Era un gruppo storico che aveva dato tutto sia fisicament­e che mentalment­e, con l’allenatore precedente Guidolin aveva un rapporto eccezional­e. Ma ci sta, io l’ho provato da giocatore a Torino».

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