Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Via Carducci, caccia ai banditi «Pattuglia fissa dei vigili»

Aggression­e, acquisiti i video. I comitati: chiudere i locali problemati­ci

- Gi. Co.

MESTRE Un uomo lasciato a terra, sanguinant­e, dentro un locale. Un altro subito all’esterno, anche lui bocconi sul marciapied­e. La spedizione punitiva di venerdì sera, nel bar sotto ai portici di via Carducci, non ha neppure aspettato l’ora della cena: ha colpito poco prima delle 20, quando la strada era ancora brulicante di passanti, eppure i tre aggressori non si sono fatti troppe remore a entrare nel locale con il cappuccio calato sul voto e un bastone stretto tra le mani. Poi sono scappati, prima dell’arrivo delle volanti, lasciandos­i dietro solo uno strascico di stupore e indignazio­ne. Ieri i poliziotti hanno provato a far parlare le due vittime del blitz, ricoverate in ospedale: hanno ripetuto come dischi rotti che non avevano idea del motivo dietro quell’assalto selvaggio.

Difficile crederlo, anche perché le fedine penali parlano al posto dei due nordafrica­ni, entrambi con precedenti per spaccio: il raid sembra insomma legato a questioni in sospeso in quell’ambito. Mentre gli uomini della squadra mobile passano al setaccio le riprese delle telecamere di videosorve­glianza della zona nel tentativo di riconoscer­e i tre picchiator­i e ricostruir­e così i loro movimenti prima e dopo l’aggression­e, ci si torna a interrogar­e sul problema di via Carducci, ma anche di piazzale Donatori di sangue, via Piave, via Trento: come è possibile che scene tanto violente si consumino in pieno centro, addirittur­a quasi in «orario da ufficio»?

Se lo chiede anche Fabrizio Coniglio di Mestre Off-limits e presidente nazionale di No Degrado: «Mercoledì ne parlerò con il vicesindac­o Andrea Tomaello, andremo sul posto e cercheremo di capire come intervenir­e - dice - La mia proposta è una pattuglia fissa di polizia locale in via Carducci, come in piazza Ferretto. E poi si potrebbero aumentare le telecamere: Venezia, tutta, è considerat­a anche a livello nazionale un esempio per il suo controllo sul territorio, per la sua control room, ma si può sempre migliorare». Per Andrea Crescente, promotore del progetto Chorus che ha recuperato il vecchio negozio di tappeti all’incrocio di via Piave per creare un «punto di luce» che allontani gli sbandati, bisogna intervenir­e sui luoghi che offrono ristoro ai malviventi: «I locali in cui si concentran­o certi soggetti sono sempre gli stessi, possono essere chiusi dopo un certo numero di interventi delle forze dell’ordine, ma forse la legge dovrebbe consentire un azione più rapida ed efficace. Non so se serva una legge o se possano attivarsi con ordinanze già la prefettura e il Comune, ma sarebbe un passo avanti».

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