Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ricatta l’amante con video hot e si fa stipendiare: arrestata
VERONA I poliziotti l’hanno arrestata giovedì nell’atrio del condominio del suo amante: bloccata proprio mentre stava suonava il campanello di lui: voleva rivelare alla moglie quel loro legame clandestino che l’uomo, dopo dieci anni di incontri a pagamento, di punto in bianco aveva deciso di interrompere. Ma lei, l’«altra donna», non ci stava e dal 2018 lo ricattava: «Michela», così si faceva chiamare, pretendeva soldi, tanti soldi. Fino a 800 euro al mese tra contanti e regali, oppure minacciava il 53enne veronese - un padre di famiglia sposato e con due figli - di rivelare tutto alla moglie. «Le mostro i video che ho girato durante i nostri incontri erotici», gli scriveva. Filmini anche di tipo sadomaso, dove lui «faceva il cane», oppure lei «la padrona» e lui «il suo schiavo». Pretese economiche sempre più esose, quelle della donna romena: quando si erano conosciuti, nel 2010, lei faceva la prostituta e a ogni loro incontro si «accontentava» di un centinaio di euro. Col tempo, però, i loro appuntamenti si sono fatti più frequenti. Così, lei aveva iniziato a cambiare il suo modo di approcciarsi, spingendosi a inviare all’amante veronese immagini e filmati dov’era nuda e in pose provocanti. Pretendeva che lui facesse lo stesso e veniva accontentata. Ma è dal settembre del 2018 che, stando alla denuncia del veronese, la sua amante avrebbe iniziato a minacciarlo di mostrare quel materiale compromettente e tutte le prove del loro legame clandestino alla moglie nel caso in cui non avrebbe esaudito a ogni sua richiesta.
In cambio del silenzio e per non metterne a rischio matrimonio e famiglia, la 39enne pretendeva una sorta di «vitalizio» mensile - da 300 a 800 euro - oltre all’acquisto di beni voluttuari (trucchi, preservativi, ricariche telefoniche) o generi alimentari (soprattutto olio) per un controvalore di 200 euro al mese. Stando al racconto di lui, nei loro 10 anni di frequentazione, si sarebbe fatto spillare da «Michela» qualcosa come 20mila euro. Nell’ultimo periodo ne era talmente soggiogato da sottostare ai suoi giochi di ruolo dove veniva «dominato» anche «con oggetti».
Chissà per quanto ancora si sarebbe trascinato quell’incubo, se mercoledì la moglie del 53enne non avesse visto il computer di lui: ha letto i messaggi, ha visto foto e video, ha capito il segreto del consorte e cosa si nascondesse dietro i continui prelievi dal loro conto corrente. Il marito, colto in flagrante, le ha confessato ogni cosa, ricatti compresi, e la moglie lo ha esortato a dare il benservito a «Michela» e a denunciarla alla polizia. Così lui ha fatto: ma la romena non lo voleva accettare, gli ha risposto che non ci credeva e che lui non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo alla moglie. «Troppo comodo lasciarmi così...le prove che tu hai cancellato io le ho tutte memorizzate - gli ha scritto su Whatsapp - vengo da tua moglie». E così ha fatto l’indomani: peccato però che al suo arrivo sia sopraggiunta anche la polizia ad arrestarla. Ora è ai domiciliari per estorsione.