Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Barca contro una bricola tre settantenn­i in acqua portati in salvo dai tassisti

Incidente nel canale di Tessera. Uno dei naufraghi ferito

- Giacomo Costa

VENEZIA Una barca che si riempie d’acqua, tre persone finite in canale e, per fortuna, il soccorso immediato dei taxi che in quel momento sfilavano tra l’aeroporto e le fondamente Nove. Ieri mattina, poco prima delle dieci, in laguna si è tornati a temere il peggio, la menun te che tornava alle immagini dei barchini che solo negli ultimi mesi si sono rovesciati o hanno terminato la loro corsa contro una briccola, tragicamen­te.

Erano da poco passate le 9.40 quando ai vigili del fuoco è arrivata la richiesta di soccorso dal canale di Tessera: un’imbarcazio­ne con a bordo tre persone era naufragata, i passeggeri sbalzati fuori bordo. La telefonata era partita da un tassista che, vedendo la barca affondare alla deriva, si era avvicinato per controllar­e: è stato lui il primo a intervenir­e, salvando dalle onde il più in pericolo dei tre naufraghi, l’unico che nella sbandata aveva battuto la testa. Subito su quel tratto di canale si sono fermate alte barche che hanno caricato a bordo gli altri due naufraghi, mentre nel cielo si alzava l’elicottero dei pompieri Drago 1, per controllar­e la situazione dall’alto e assicurars­i che non ci fossero altre persone in acqua.

La barca, un vecchio open in condizioni non eccellenti, era partita da Campalto, a bordo tre amici di 70 anni, certo non alla prima gita tra le barene; a spingere la loro corsa appena fuoribordo da dieci cavalli, non certo un mostro di potenza. E proprio quella velocità di crociera forzatamen­te moderata potrebbe aver salvato i tre da uno schianto pauroso, visto che nella loro deriva avrebbero comunque toccato una briccola. A causare la perdita di controllo della barca, stando a quanto hanno verificato poi gli specialist­i dei vigili del fuoco intervenut­i assieme alla poliz i a locale, un’errata dis t r ibuz ione del peso a bordo: i tre settantenn­i si sarebbero disposti male negli spazi del vecchio open, sbilancian­dolo; con ogni probabi l i t à qualche onda più aggressiva ha fatto il resto, spingendo giù la linea di galleggiam­ento, facendo f ini re i l bottazzo sotto il livello delle onde e causando una prima infiltrazi­one d’acqua. A quel punto la situazione è precipitat­a e solo l’arrivo provvidenz­iale delle altre barche ha evitato un lungo naufragio. In prima battuta si era anche ipotizzato lo scontro con una briccola vagante, uno dei tanti «coccodrill­i» che mettono a repentagli­o la navigazion­e in laguna viaggiando a pelo d’acqua, quasi invisibili finché non impattano contro una chiglia; in seguito però l’ipotesi è stata scartata: l’open è sì affondato, ma dopo diverse ore di lavoro i vigili del fuoco sono riusciti a recuperarn­e il relitto dal fondale del canale di Tessera, scoprendol­o intatto, nessun segno a raccontare lo scontro con un ostacolo alla deriva. Due mesi fa, a metà agosto, lungo il canale di San Secondo a finire contro una briccola era stata la barca con a bordo Cristiano Argagnotto, il 50enne veneziano che ha lottato per ore in un letto d’ospedale ma non ce l’ha fatta. Per tutta l’estate, comunque, i casi di «cofani» rovesciati nei canali di Venezia si sono susseguiti a distanza di poche settimane.

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