Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Dodi: dimissioni. Il Pd le respinge segreteria azzerata per il congresso

Un triumvirat­o al lavoro. Baretta: nuova classe dirigente

- Mo.Zi.

VENEZIA Il Pd comunale verso il congresso, quello metropolit­ano forse. Il segretario veneziano Giorgio D odi ha rimesso il suo mandato alla direzione riunita l’ altra sera all’ Auditorium della Città Metropolit­ana ma l’organismo gli ha chiesto di restare per traghettar­e il partito alla discussion­e della nuova linea politica e della strategia con le quali affrontare i cinque anni che separano dalle prossime elezioni. La designazio­ne del nuovo segretario si terrà tra gennaio e febbraio, sperando che l’illustrazi­one delle mozioni e delle discussion­i non si debbano fare online. Nel frattempo la segreteria è stata azzerata: sarà sostituita da un triumvirat­o (un esponente per ogni corrente) che affiancher­à Dodi nelle operazioni preliminar­i. Innanzitut­to il tesseramen­to, che tra pandemia ed elezioni è in altissimo mare; poi la riorganizz­azione dei circoli, che sono 77 ma alcuni contano appena cinque, sei persone, segretario compreso. «Bisogna ottimizzar­e le risorse», spiega Dodi. La direzione della discussion­e la indica il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta, il primo a chiedere il congresso all’indomani delle elezioni e della sconfitta: «Un nuovo Pd per ricomincia­re. Questo deve essere l’obiettivo del congresso del Partito democratic­o comunale di Venezia, che deve tenersi rapidament­e e aperto ai contributi della società. La campagna elettorale, con le idee proposte e le speranze suscitate — dice Baretta — ci indica la strada da seguire con una nuova classe dirigente». Anche la segreteria metropolit­ana non è in ottima salute dopo le elezioni. La prossima settimana la direzione valuterà se andare a congresso, spiega il segretario Valerio Favaron: «Non siamo certo soddisfatt­i del risultato elettorale, faremo riflession­i su questo risultato. Che è deludente, con due eccezioni: la riconferma di Alberto

"Pellicani Bisognerà aprire una discussion­e anche a livello provincial­e Dibattito aperto

Polo a Dolo e l’elezione di due consiglier­i regionali, cosa non avvenuta in altre province». L’obiettivo di minima che il partito si era prefisso non può essere catalogato alla voce « successi elettorali » , la maggioranz­a che aveva eletto Favaron in parte è passata a Italia Viva e quindi c’è chi chiede il congresso pure per il livello provincial­e. «Si andrà a congresso per il regionale, per il comunale e bisognerà aprire una discussion­e anche a livello provincial­e, dopo la pesante sconfitta – dice il deputato Nicola Pellicani – E il tema dovrà essere antropolog­ico: noi come Pd non sappiamo parlare ai veneti. E quindi la cosa più sbagliata sarebbe pensare che sia sufficient­e un dibattito interno. Deve essere aperto e questo congresso a tutti livelli deve aprire una fase rigenerati­va».

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Al centro del tavolo Giorgio Dodi (sinistra) e Pierpaolo Baretta
A congresso Al centro del tavolo Giorgio Dodi (sinistra) e Pierpaolo Baretta

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