Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stupro all’Arsenale, resta in carcere «Voleva aiutarmi e mi sono fidata»
Violenza in spiaggia a Lignano, oggi la convalida per i due minorenni
VENEZIA «Avevo litigato con l’amico con cui ero venuta a Venezia e avevo perso il cellulare. Quel ragazzo si è offerto di aiutarmi a ritrovarlo e mi ha detto che mi avrebbe anche dato dei soldi». Questo ha raccontato ai carabinieri la quarantenne della provincia veneziana che la sera di Ferragosto è stata stuprata da un 30enne tunisino in un’area diroccata dei Bacini dell’Arsenale dove l’uomo viveva. Ieri mattina l’accusato è finito di fronte al gip Francesca Zancan
per l’udienza di convalida: si è avvalso della facoltà di non rispondere e il giudice non ha convalidato l’arresto (erano infatti passate circa sette ore dal fatto e dunque non c’era più la flagranza), ma ha confermato la custodia cautelare in carcere per l’accusa di violenza sessuale, ritenendo fondati i gravi indizi di colpevolezza come chiesto dal pm Patrizia Ciccarese.
Nel provvedimento il magistrato ha sostenuto che ci sono numerosi elementi a conferma che lo stupro sia avvenuto. La donna è infatti stata reclusa per ore nello stabile di fortuna, violentata e picchiata per evitare che scappasse. Solo all’alba è riuscita a scappare nuda dalla casa, trovando un uomo di passaggio di fronte al quale il suo presunto aguzzino si è fermato, restituendole poi i vestiti: tutti tranne la giacca, che è stata trovata dai carabinieri a casa di lui, a conferma che lì dentro c’era stata. Alcune ore dopo è stata trovata dal gestore del bar vicino, riversa a terra e in stato di agitazione, e le prime parole sono state «sono scappata da uno che mi ha fatto di tutto». La donna, che ha avuto in passato problemi di dipendenze ed è stata in cura al Sert, ha ammesso che aveva bevuto molto, mentre non avrebbe assunto droghe, che peraltro non sono state trovate nell’abitazione. Sul corpo aveva anche varie ecchimosi, compatibili con le botte raccontate. I militari le hanno mostrato le foto del tunisino, che probabilmente già monitoravano, e lei lo ha riconosciuto senza incertezze. Di certo ora ci dovranno essere ulteriori indagini per capire come sia arrivata in quel luogo ai Bacini e se il suo racconto sia verificabile. « Era gentile, poi d’improvviso è cambiato», ha raccontato lei.
Oggi invece ci sarà la convalida del fermo dei due minorenni milanesi, uno di origine egiziana, l’altro albanese, accusati di aver stuprato una 15enne residente nel Veneziano in spiaggia a Lignano, sempre nella notte di Ferragosto. Il pm del tribunale dei minorenni di Trieste ha chiesto la misura del carcere minorile. C’è anche un terzo ragazzo, anche lui albanese, indagato per aver fatto da palo. (a. zo.)
La giacca A casa dell’uomo è stata trovata la giacca della vittima