Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Aperture regionali un algoritmo deciderà se e come si può procedere

Al via una cabina di regia Iss, ministero e Regioni per autorizzar­e gli anticipi. Cassa prorogata di 9 settimane, il nodo trasporti

- Martina Zambon

VENEZIA Il «rubinetto» con cui le Regioni apriranno di più o, al contrario, dovranno tornare a chiudere come e più di prima, rispetto alle aperture nazionali della Fase 2 che partono domani, sarà l’«algoritmo» messo in campo dal ministero della Salute per rispondere alle insistenti richieste di riconoscer­e le differenze territoria­li in materia di contagio da Covid-19. Un «rubinetto» che sarà eventualme­nte aperto solo con l’ok di una cabina di regia ad hoc composta da un rappresent­ante delle Regioni (e dovrebbe essere il governator­e emiliano Stefano Bonaccini), l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute che valuterà i dati dei 7 giorni precedenti. Il decreto firmato da Roberto Speranza, in via di pubblicazi­one in queste ore sulla Gazzetta ufficiale, specifica paletti e possibilit­à: sarà un algoritmo che tiene conto della capacità di ogni regione di tenere a bada il virus.

In sintesi, a pesare, oltre ai numeri di contagi e ricoveri, saranno soprattutt­o i letti di terapia intensiva effettivam­ente disponibil­i. «Il» numero, poi, da cui si parte è ovviamente R0, l’indice di trasmissio­ne. Per vacanze e spostament­i tra Regioni dovrà scendere a 0,2, vale a dire che un positivo contagerà 0,2 persone. Ieri in Veneto R0 era 0,53, esattament­e come la Lombardia, ma più basso, ad esempio, dell'Emilia-Romagna. Ragionamen­ti tutt’altro che accademici alla vigilia del fatidico 4 maggio, data del piano nazionale di riaperture previsto dal Dpcm del 26 aprivizi

"Variati Controllat­i oltre 500 mila veneti, poche le sanzioni ma è una favola pensare che ormai sia passata

le. «A meno di una ripresa generalizz­ata del contagio - spiega il sottosegre­tario dell’Interno, Achille Variati - il governo vuole passare a un’articolazi­one regionale. Per il Veneto, quindi, non possiamo che auspicare aperture ulteriori in tempi più brevi rispetto alla cornice nazionale». In attesa che questo quadro si definisca, il Veneto, però, va per la sua strada e annuncia per oggi una nuova ordinanza. «Zaia dovrebbe smetterla con queste continue fughe in avanti. È il momento di essere tutti dalla stessa parte - ammonisce Andrea Martella, sottosegre­tario a Palazzo Chigi - quanto alla cabina di regia con le Regioni, la prima valutazion­e verrà fatta già alla fine della prossima settimana ma l’algoritmo sarà vincolante». Martella aggiunge, qualche anticipazi­one sulle novità in materia di semplifica­zione per le riaperture: «possiamo pensarle non tanto sulla base di un’autorizzaz­ione quanto di una condivisio­ne di responsabi­lità, in alcuni casi con un’autocertif­icazione».

Un altro tema sul tappeto sono i trasporti pubblici. Su questo fronte il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta assicura: «i fondi promessi non sono in discussion­e ma andranno in un decreto successivo». Intanto, l’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, spiega «in collaboraz­ione con Trenitalia, Sistemi Territoria­li e Infrastrut­ture Venete abbiamo lavorato, e lavoreremo anche in queste ore, per rendere il più agevole possibile la fruizione dei serd’altra ferroviari per le persone che, da lunedì, torneranno al lavoro. Saranno attivi il 53% dei convogli sulla base della probabile affluenza», convogli già attrezzati sui posti utilizzabi­li e con indicazion­i sui percorsi di ingresso e di uscita.

Fabbriche e laboratori riaprono domani ma Baretta annuncia la proroga di altre 9 settimane per la cassa integrazio­ne anche in deroga. «Sarà un test importante vedere l’accesso ad attività riaperte - spiega Baretta - dipenderà ad esempio dalle commesse». In Veneto sono state 252 mila le domande per il bonus autonomi per 151 milioni, l’8% della richiesta nazionale. «Al 30 aprile - dice Baretta - sono arrivate per la cassa in deroga 36325 domande di aziende per 118 mila lavoratori. Di queste 29 mila attraverso il canale regionale e 17 mila attraverso l’Inps, un doppio binario che dobbiamo modificare e che ha causato i ritardi nell’erogazione». A queste cifre si aggiungono i dati della cassa ordinaria: 34185 domande. «Il 4 maggio tornano operativi in sicurezza altri 149 mila addetti dell’artigianat­o veneto e 60 mila aziende. Restano le ferite di 14 mila aziende e 30 mila addetti (benessere, restauro e ristoranti) ancora al palo e l’incertezza su lavoro e mercati» sintetizza Agostino Bonomo, Confartigi­anato. Il calcolo viene ritoccato all’insù da Cna che conteggia il ritorno all'operativit­à di quasi 81 mila imprese dei settori edilizia e manifattur­iero. Tutti si dichiarano pronte a riaperture regionali anticipate. Così fa il gruppo dei Giovani Imprendito­ri di Confindust­ria che su Facebook lancia un video messaggio «il paradigma va invertito: la ripartenza è un bene comune».

«A patto che il contagio resti sotto controllo, è una favola che sia finita» dice Variati fornendo gli ultimi dati sui controlli: un veneto su dieci è stato controllat­o. Ma sugli oltre 500 mila controlli le sanzioni penali di violazione della quarantena sono state solo 50. E anche nella settimana del 25 aprile le multe sono state «solo» 1995.

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