Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Virus, danni per quattro miliardi
Fabbriche, turismo: gli effetti sul Pil. Contagi: il bilancio sale a 33, ma 17 sono in isolamento senza sintomi
VENEZIA L’emergenza Coronavirus ha effetti pesanti sull’economia veneta. Si stimano perdite per 4 miliardi. Intanto sale il numero dei contagiati: 33, 17 senza sintomi.
VENEZIA Continua a crescere, man mano che arrivano i risultati dei 1.500 tamponi già sotto analisi, il numero dei veneti positivi al Coronavirus Covid-19: sono 33, 17 dei quali non ricoverati. « I pazienti asintomatici sono tenuti in isolamento fiduciario domiciliare 14 giorni, tempo di incubazione del virus — spiega la dottoressa Francesca Russo, a capo della Direzione regionale Prevenzione —. Due volte al giorno l’Usl li chiama per sapere se siano emersi febbre o altri sintomi, nel qual caso si dispone l’opportuna procedura». Tra i soggetti controllati a casa ci sono medici, infermieri e operatori sociosanitari (Oss) risultati positivi per aver curato i primi infetti ( per esempio negli ospedali di Dolo, Venezia e Padova), che sono invece in contatto con il referente delle Malattie Infettive del proprio presidio.
La Regione ha suddiviso tutti i 33 pazienti in tre «cluster» (gruppi) clinici, il più consistente dei quali resta quello di Vo’ Euganeo, focolaio dell’infezione, che ora conta 25 positivi al test. Dieci sono ricoverati all’ospedale di Padova (tra cui due nuovi casi di Saccolongo, uno di 44 anni e l’altro di 60, venuti in contatto con Adriano Trevisan, il 78enne morto all’ospedale di Schiavonia venerdì, e con l’altro pensionato di 67 anni che frequentava lo stesso bar a Vo’): 8 in Malattie infettive e due in Terapia intensiva. Gli altri 14 sono in isolamento a casa. Il secondo cluster riguarda gli ospedali di Dolo e Mirano, dove è passato il 67enne di Mira (in Terapia Intensiva a Padova) che ha contagiato una cardiologa, un infermiere e una Oss, ora sotto controllo nelle loro case. Il terzo coinvolge il «Santi Giovanni e Paolo» di Venezia, che in Terapia Intensiva assiste due anziani di 86 e 88 anni e agli Infettivi altre due persone.
La task force della Regione lavora a pieno ritmo per contenere il contagio e risalire al paziente dal quale è partita l’infezione. Dopo il falso allarme degli otto cinesi che andavano alla «Locanda al Sole» di
"Francesca Russo L’obiettivo è contenere l’infezione, stiamo ricostruendo il giro di contatti dei primi contagiati. Abbiamo già prelevato 1500 tamponi
"Manuela Lanzarin Abbiamo acquistato migliaia di mascherine, guanti, camici e test. Utilizzeremo le tende appena montate per alleggerire gli ospedali
Vo’ come Trevisan ma risultati negativi al tampone, ieri è stata verificata una seconda pista segnalata dal sindaco del Comune-focolaio, Giuliano Martini. In mattinata ha avvertito l’Usl Berica che un esperto di agricoltura biologica di Albettone, paese vicentino vicino a Vo’, aveva telefonato nella sua farmacia: aveva una forte tosse e stava male. «Era febbricitante e mi ha confidato di essere stato a Codogno, focolaio lombardo, nelle scorse settimane», ricorda Martini. Ma anche su di lui, trasferito subito al San Bortolo di Vicenza, il tampone ha dato esito negativo al Coronavirus. Ora dunque le ricerche devono ricominciare: gli esperti della Prevenzione regionale, con il supporto dei carabinieri di Abano, stanno cercando di ricostruire il giro di clienti della «Locanda al Sole», che al primo piano affitta camere. In più sono sotto controllo i telefonini di Trevisan e dell’altro pensionato che andava lì a giocare a carte, per capire quanti nella loro cerchia di conoscenze fossero di casa nel pubblico esercizio. Ulteriore supporto arriverà da una delegazione di Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e Oms, in arrivo oggi in Veneto e Lombardia per cercare di capire quale collegamento possa aver portato il Covid-19 dalla Cina all’Italia. Lo ha annunciato la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, che ha lodato il lavoro compiuto finora dall’Italia per contenere una malattia già responsabile di 78.811 contagi e 2.462 morti nel mondo e di 229 infetti in Italia, comprese le 7 vittime.
Nel frattempo, per rispondere alle richieste di molti sa
nitari rimasti a corto di dispositivi di protezione, Azienda Zero ha acquistato 280mila mascherine (non se ne trovano più nemmeno in Alto Adige, per ora non toccata dal virus e che ha inviato tutte le sue a Padova), 100mila tamponi e test, 59mila camici, 54mila calzari, 2.100 occhiali protettivi, 100 visiere, 215mila confezioni di gel disinfettante e 500mila guanti, tutti in consegna entro la settimana a Usl e medici di base. Ieri riuniti nella sede della Protezione civile dal governatore Luca Zaia, che insieme all’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e al direttore generale di settore, Domenico Mantoan, ha poi ricevuto i dg delle aziende sanitarie.
L’altra grossa novità è che la Protezione civile sta allestendo nuove tende riscaldate e dotate di letti, dopo le 120 montate all’ingresso dell’ospedale di Schiavonia, davanti ad altri presidi. «Potrebbero essere molto utili se ci trovassimo di fronte a un picco di contagi — spiega il governatore Luca Zaia — avremmo necessità di tanti posti letto e queste strutture attrezzate ne garantiscono un totale di 900». Al momento sono in via di allestimento davanti ai Pronto Soccorso di Verona, Padova, Dolo, Mirano, Feltre e Belluno. «Le useremo appena operative per la raccolta dei tamponi — aggiunge Lanzarin — per alleggerire almeno in parte la pressione sugli ospedali. Così si eviterà di intasare i Pronto Soccorso e le Malattie Infettive per attività non direttamente connesse alle loro specificità».