Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bpvi, il dirigente smentisce l’ispettore di Bankitalia: «Nel 2012 mostrai le baciate»
VICENZA È maggio 2012, Bankitalia dà il via a una nuova ispezione su Bpvi, ma le «baciate», non erano emerse. O forse, dopo quanto emerso in aula ieri, viene da pensare che non si erano volute vedere. Ha escluso che gliene avessero mai parlato l’ispettore Gennaro Sansone, sentito all’udienza del processo per il crac di Bpvi a gennaio. E lo stesso aveva detto il capo ispettore Giampaolo Scardone già a dicembre. Tutt’altra versione fornita ieri in udienza, da Claudio Ambrosini, allora responsabile della direzione crediti ordinari (vice di Paolo Marin), sul banco dei testimoni. Ha ribadito quanto già dichiarato ai pm nel 2016 e cioè che quando Sansone gli aveva chiesto documentazioni e spiegazioni su alcune posizioni (in particolare su un finanziamento da 21 milioni impiegato interamente per l’acquisto di azioni Bpvi) lui ne aveva approfittato per «togliersi un sassolino dalla scarpa» spiegando come «talvolta capitasse che nella banca si effettuassero operazioni di questo genere, nelle quali l’affidamento era impiegato per l’acquisto di azioni Bpvi per un controvalore corrispondente al credito erogato o a una quota dello stesso». E la relativa documentazione Ambrosini ha riferito di averla inoltrata «materialmente» e anche via email all’ispettore, «informando il mio superiore Marin».