Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bpvi, procura fredda sull’inchiesta-bis per il reato di truffa
VICENZA (b.c.) Associazione a delinquere finalizzata alla truffa. È il reato che la procura di Treviso, che ha da poco chiuso un troncone di indagine, contesta all’ex ad Vincenzo Consoli e a cinque dirigenti su Veneto Banca. Lo stesso reato per cui l’associazione di risparmiatori «Noi che credevamo nella Bpvi» capitanata da Luigi Ugone, chiederà di ipotizzare anche nei confronti degli ex vertici di Bpvi, con un esposto annunciato sabato nell’assemblea al palasport di Bassano e e dovrebbe essere depositato nei prossimi giorni in tribunale a Vicenza.
L’orientamento però della procura di Vicenza pare già chiaro. Per i magistrati vicentini non ci sarebbero i presupposti per una simile accusa. In sostanza non sarebbe una truffa quella che sarebbe stata realizzata visto che, da quanto emerso, non ci sarebbe stato l’obiettivo di lucrare sul controvalore delle azioni Bpvi. Quanto di tener alto il valore dei titoli, così come sarebbe risultato anche dalle registrazioni soprattutto di un comitato di direzione. Di lì la scelta per il reato, più grave, di aggiottaggio messo nero su bianco dai pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori titolari dell’inchiesta, assieme a quelli di ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto: accuse che hanno già portato a processo ex vertici, tra cui l’ex presidente Gianni Zonin, manager e banca. Detto che il reato di aggiottaggio prevede tempi di prescrizione più lunghi rispetto alla truffa, allontanando i rischi. Rischio che potrebbe concretizzarsi nel caso del procedimento di Treviso da qui a un anno e mezzo circa. Ma nel ragionamento della procura della Marca è stata una vera e propria truffa quella messa a segno ai danni dei risparmiatori: un sistema finalizzato a raggirare la clientela attraverso la vendita a «condizioni inique» di azioni ed obbligazioni. Insomma, situazioni simili, ma modi di procedere diversi. Così come ha sottolineato l’avvocato Ermenegildo Costabile, difensore dell’ex ad di Veneto Banca, Consoli, riferendosi alle inchieste di Treviso, Vicenza, Potenza e Verbania.