Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La «disciplinare» al Csm: «Sospendete per 2 anni e trasferite il pm Nalin»
La richiesta della procura al Csm: «Va anche trasferito»
ROVIGO Una «sanzione conservativa» e non quella «espulsiva», con la sospensione per due anni e il cambio di sede e funzioni. Questa la richiesta della procura generale della Cassazione nel processo disciplinare all’ex pm di Rovigo, Davide Nalin, per la sua collaborazione con Francesco Bellomo, che imponeva minigonne alle borsiste della scuola di preparazione per magistrati
ROVIGO Sospensione per due anni e cambio di sede e di funzioni. Questa la richiesta della procura generale della Cassazione presentata ieri a Roma nel processo disciplinare all’ex pm di Rovigo Davide Nalin, padovano 39enne, per la sua collaborazione con l’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo alla scuola di preparazione al concorso in magistratura «Diritto e Scienza», che prevedeva un dress code con minigonna e tacco 12 e test sulle abitudini private delle studentesse.
Ieri il sostituto procuratore generale Mario Fresa ha sostenuto che Nalin «ha sì abusato della sua qualità di magistrato ma è anche vero che era succube del consigliere Bellomo e doveva fare tutto ciò che gli ordinava». Fresa ha continuato sostenendo che «il tema della sanzione va affrontato quindi nell’ottica di un possibile recupero di una persona ai valori autentici della funzione giurisdizionale di Nalin. Del resto la giustizia non è una clava, piuttosto è una bilancia come ricordava Calamandrei che porta su un piatto i codici e le leggi e sull’altro una rosa». Fresa ha concluso così: «Penso che oggi possiate offrirgli proprio la rosa di Calamandrei, con una sanzione conservativa e non espulsiva, sebbene la più grave. Vi chiedo la sospensione dalle funzioni per due anni con il trasferimento obbligatorio ad altra sede e alle funzioni giudicanti».La sezione disciplinare del Csm, presieduta dal vicepresidente David Ermini, deciderà probabilmente il 3 aprile, data alla quale l’udienza è stata rinviata per la difesa e le repliche.
Il «caso Nalin» è scoppiato nel dicembre 2017, quando l’ex pm di Rovigo è stato sospeso in via cautelare dalle funzioni e dallo stipendio, e collocato fuori ruolo. Secondo l’accusa Nalin come coordinatore dei collaboratori e borsisti avrebbe partecipato «alla gestione organizzativa e scientifica» della scuola di formazione e «speso la sua autorevolezza di magistrato» per indurre le borsiste a sottoporsi alle clausole, anche prospettando l’espulsione o conseguenze negative sulla possibilità di superare il concorso in magistratura.
Attualmente Nalin sta affrontando da imputato due procedimenti, a Piacenza e a Bari. Nel primo caso l’ex pm e Bellomo sono accusati di stalking e lesioni personali gravi ai danni di una 32enne piacentina che partecipò alla scuola di formazione. Nei mesi scorsi la donna ha ritirato la querela, minando seriamente il castello accusatorio, ma il procedimento è ancora in corso in udienza preliminare perché per quei reati si prosegue comunque d’ufficio.
A Bari, nei mesi scorsi Nalin è stato raggiunto da un avviso di chiusura indagini sempre con Bellomo (accusato anche di estorsione). I due rispondono di presunti maltrattamenti nei confronti di tre borsiste e una ricercatrice, alle quali l’ex giudice di Bari avrebbe imposto anche un dress code con l’aiuto di Nalin. Da qui l’accusa di maltrattamenti in famiglia, dove le presunte vittime vanno intese come persone sottoposte all’autorità di Bellomo e Nalin.