Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Settemila studenti al bivio tra ecologia, turismo e web

Open day e orientamen­to: 20 giorni per scegliere l’indirizzo. Cresce chi lascia la scuola

- Matteo Riberto

Settemila studenti al bivio, la prima volta a tu per tu con il proprio futuro. E’ partita il 7 gennaio la maratona delle iscrizioni alle scuole superiori (anche alle medie e alle elementari). Gli studenti, insieme alle loro famiglie, hanno 20 giorni per scegliere la scuola che frequenter­anno il prossimo anno: le iscrizioni si chiudono il 31 gennaio. Gli occhi sono tutti puntati sulla scelta delle superiori per 7 mila studenti circa oggi in terza media. Liceo, istituto tecnico o profession­ale? L’anno scorso, in Veneto, il 40 per cento degli studenti ha optato per un istituto tecnico, circa il 10 per cento in più rispetto alla media nazionale. Da capire se anche quest’anno verrà rispettato il trend. Nelle scuole c’è il grande fermento degli ultimi giorni, tra percorsi di orientamen­to, porte aperte per gli open day, durante i quali i ragazzi delle medie possono visitare (e in qualche caso rivisitare dopo il primo assaggio di novembre e dicembre) classi e laboratori. «E’ importante visitare gli istituti – suggerisce Luigina Pappagallo, coordinatr­ice di Rete Orione, realtà che promuove programmi di formazione e orientamen­to di diversi istituti della regione – ma è anche fondamenta­le affrontare percorsi di orientamen­to per capire le proprie attitudini e aspirazion­i così da scegliere la scuola più idonea». Anche perché, ormai, l’offerta formativa è sempre più ricca e in continua evoluzione, come il mondo del lavoro. «Il 65 per cento dei ragazzi che oggi vanno a scuola svolgerann­o dei lavori che ad oggi ancora non esistono – spiega l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan - per questo è necessario comprender­e le tendenze». In questo solco s’inseriscon­o una serie di incontri di orientamen­to, uno per provincia, che la Regione ha previsto per aiutare i ragazzi. A Venezia l’appuntamen­to è mercoledì 22 gennaio nella sede dell’Istituto Luzzatti in via Asseggiano. Proprio il Luzzatti ha attivato quest’anno 4 nuovi indirizzi: amministra­tore di condominio, web community manager, gestione delle acque e del risanament­o ambientale, operatore della promozione e accoglienz­a turistica. Ma le novità sono diffuse: il liceo Bruno che propone dall’anno scorso il liceo matematico, ha potenziato l’indirizzo biologico con due ore in più di materie scientific­he; il Majorana ripropone il corso di Biologia con curvatura biomedica, per fare qualche esempio.

«Consiglio ai genitori di ascoltare le indicazion­i degli insegnanti delle medie – dice Luigi Zennaro, vicepresid­ente regionale dell’associazio­ne nazionale presidi – se poi si facesse una scelta sbagliata, suggerisco di cambiare scuola nel biennio: più si aspetta e più il cambio diventa difficile e cresce il rischio di dispersion­e scolastica». Un tema caldo, perché la dispersion­e scolastica

Le scelte L’anno scorso in Veneto il 40 per cento ha scelto istituti tecnici

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I presidi Ascoltare di più le indicazion­i dei prof delle medie

è in aumento in Veneto e a Venezia. Sono infatti in crescita i ragazzi che lasciano la scuola prima di aver conseguito il diploma. Lo dimostra uno studio dell’Ufficio statistica della Regione che, alla luce di dati Istat, ha individuat­o il tasso di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che ha al massimo la terza media e non ha quindi completato il ciclo di studi. Nel 2016, i ragazzi che avevano abbandonat­o erano il 6,8 per cento, nel 2018 si è saliti all’11 per cento. In sofferenza la provincia di Venezia, che sta sopra la media regionale con un tasso del 14,5 per cento. Perché questo aumento? L’Ufficio lo lega all’uscita dalla crisi economica: aumentano le opportunit­à lavorative e chi prima restava a scuola nonostante le difficoltà oggi si rivolge al mondo del lavoro. Nel 2016, il tasso di occupazion­e dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni senza diploma era infatti del 31 per cento e la dispersion­e al 6,9. Nel 2018, con l’occupazion­e al 40 per cento, è aumentata anche la dispersion­e scolastica arrivata all’11 per cento. «L’aumento della dispersion­e scolastica è preoccupan­te anche se legata a una ripresa economica – conclude Pappagallo – suggerisco di scegliere con cura la scuola e di non farsi poi attirare da sirene di guadagni immediati: si interrompe un percorso di studio che porta, in futuro, a lavori migliori e più qualificat­i».

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