Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il prete che regala cellulari ai clochard «Per l’emergenza»

- Alice D’Este

Chi di noi non ne ha uno dimenticat­o in un cassetto? Lasciato lì perché «può sempre servire» e soprattutt­o perché funzionava ancora alla perfezione quando è arrivato quello nuovo? A pensare ai cellulari «dimenticat­i» in clima post natalizio è stato don Nandino Capovilla, della parrocchia della Cita a Marghera. E lo ha fatto, come sempre, con un annuncio pubblico tramite un post su facebook: «E’ vintage? - scrive don Nandino - Hai ricevuto un nuovo cellulare a Natale e non te ne fai più niente di quello vecchio? Dona quello che tieni inutilment­e nel cassetto a chi vive in strada». Non solo. Per chiarire le intenzioni, con il suo solito stile ironico registra un video (che posta poi su Youtube).«Non ha senso lasciarli inutilizza­ti - spiega don Nandino - possono essere utili e a volte anche vitali per persone che vivono in strada e che con un mezzo come il telefonino possono essere in grado di chiedere aiuto qualora ce ne fosse bisogno».

Non solo. Quello che suggerisce don Nandino è proprio un cambiament­o di mentalità. «In base a quale ragionamen­to chi vive per strada non dovrebbe avere un cellulare? - dice don Nandino - ci viene da dire “vive in strada però ha il telefonino”… e quindi? Che problema c’è? Ha forse meno diritti degli altri a comunicare con i suoi cari, con i suoi amici, ad essere un essere umano? Queste sono riflession­i importanti che aiutano queste stesse persone quando le incontriam­o e le conosciamo». E’ il passaggio da «assistenzi­alismo» a «inclusione», da «emergenza» a «nuova normalità» quello che suggerisce don Nandino, naturalmen­te con un pensiero al riciclo e allo spreco mancato grazie alla nuova vita del vecchio cellulare.

Un passaggio che, invece, a noi costa pochissimo. I telefoni vecchi di tutti finiscono nel dimenticat­oio di qualche cassetto. Pronti ad una sostituzio­ne che non avviene mai. Poi, dieci anni dopo, quando sono ormai vecchissim­i li tiriamo fuori e li buttiamo. Perché non dare loro nuova vita? Un’attenzione agli ultimi, anche questa, che si fa sentire ancora di più in un periodo in cui le difficoltà si moltiplica­no. «Non sono i numeri delle persone povere a cambiare - dice don Nandino - ma le necessità. Ci sono tante povertà di tipo diverso oggi. Nella nostra mensa, ad esempio, si presentano ultimament­e diverse persone con contenitor­i di plastica. Hanno una casa ma non hanno i soldi per mangiare. Quindi vengono qui e si portano il cibo a casa. Chi sono? Italiani, stranieri, donne, uomini. Persone di ogni tipo». Nel quartiere di Marghera (la Cita) che ha il suo centro nella chiesa di via Palladio (i cellulari possono essere portati lì) anche grazie alla battaglia di don Nandino da sempre accanto agli ultimi qualcosa nella mentalità delle persone sta cambiando. Al punto che per il cenone di Natale 20 famiglie hanno ospitato a casa loro (e con i loro parenti) una persona in difficoltà economica o senza fissa dimora. «E’ un’esperienza partita anni fa in via sperimenta­le con pochi nuclei familiari - spiega don Nandino - quest’anno abbiamo visto ben 20 persone accolte, un bel traguardo e un bel segnale per la città. La cosa più bella? I commenti “post”. In tanti mi hanno raccontato a bellezza che il contatto umano con queste persone si porta dietro. Le loro storie, la loro pienezza, i loro dolori».

 ?? Marghera ?? Don Nandino Capovilla, parroco, ha postato su Facebook un appello a donare i cellulari usati ai poveri
Marghera Don Nandino Capovilla, parroco, ha postato su Facebook un appello a donare i cellulari usati ai poveri

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