Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Da ottobre a oggi pochi verbali e molte deroghe

Smog, la linea resta morbida appena un centinaio di multe

- Nicolussi Moro

VENEZIA Sono circa un centinaio le multe per la violazione dei blocchi anti-smog elevate da ottobre nei capoluoghi del Veneto. «Poche, ma del resto le proroghe sono tante, arrivano a 35», spiegano i vigili. E tutto ciò nonostante nella nostra regione sia scattata l’allerta arancione, per i picchi di polveri sottili.

«Non vogliamo certo fare cassa — replica Mario Conte, presidente di Anci Veneto — dobbiamo conciliare il rispetto per l’ambiente con quello per le necessità della gente».

VENEZIA Non piove da due settimane, le temperatur­e sono scese sotto lo zero, imponendo il potenziame­nto del riscaldame­nto nelle case, negli uffici e nei pubblici esercizi, e così le polveri sottili sono andate alle stelle, avvolgendo il Veneto nello stato di allerta «arancione». Significa che nei capoluoghi, ad eccezione di Belluno e Verona, e a San Bonifacio, Este, Cittadella e Legnago, l’Arpav ha rilevato lo sforamento per oltre 5 giorni consecutiv­i del limite di legge di 50 microgramm­i per metro cubo d’aria fissato per il Pm10. E quindi almeno fino al nuovo bollettino dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto, previsto per domani, in centro storico e nei quartieri della prima cintura urbana dei Comuni sopra i 30 mila abitanti vanno bloccati dalle 8.30 alle 18.30 i veicoli a benzina Euro 0 ed Euro 1, quelli diesel da Euro 0 ad Euro 4, i mezzi commercial­i diesel da Euro 0 a Euro 3, i ciclomotor­i Euro 0. Vietati anche caminetti e stufe.

Misure ripartite tra ieri e oggi, dopo la pausa natalizia, ma già in vigore da metà ottobre scorso. Applicarle però è dura, come testimonia­no le poche multe elevate negli ultimi tre mesi. Appena 4 a Treviso (2 da ottobre a metà dicembre e altre 2 ieri), 32 a Vicenza (dal 14 ottobre al 16 dicembre), 29 a Padova (24 dal primo novembre al 15 dicembre scorsi e 5 ieri), meno di una decina a Venezia e altrettant­e a Verona. Eppure anche ieri le centraline dell’Arpav hanno registrato valori preoccupan­ti: il picco l’ha raggiunto Venezia, con 126 microgramm­i di Pm10 per metro cubo d’aria. Seguono Padova con 123, Treviso con 122, Vicenza con 87 e Rovigo con 71. Sempre fuori dalla mischia Verona, che in una delle due centraline tocca quota 25, dato addirittur­a migliore del 33 di Belluno, la città italiana «verde» per eccellenza. «Ci ha salvati il vento di tramontana dal Nord, che ha spazzato via anche l’inquinamen­to prodotto da fuochi di Capodanno e roghi della Befana — spiega Luigi Altamura, comandante della polizia locale scaligera —. Da oggi però (ieri, ndr) abbiamo incrementa­to i controlli al traffico, benché elevare le sanzioni previste ai trasgresso­ri del blocco non sia così semplice. Ci sono troppe deroghe, fino a 35».

In effetti viene demandata ai sindaci la facoltà di concedere esenzioni a determinat­e categorie di popolazion­e, oltre naturalmen­te a quelle «standard» rilasciate a forze dell’ordine, mezzi di soccorso, disabili, strutture sanitarie. Per esempio a Treviso e a Vicenza possono circolare conducenti che abbiano compiuto il settantesi­mo anno di età e residenti in aree sprovviste di mezzi pubblici per raggiunger­e il posto di lavoro(ci vuole però una dichiarazi­one del datore di lavoro); Rovigo non ferma i veicoli di sacerdoti e ministri di culto di qualsiasi confession­e in giro per le funzioni del proprio ministero; a Verona vige il permesso di transito lungo il percorso casa-scuola per il trasporto di bambini e ragazzi limitatame­nte alla mezz’ora prima dell’inizio e della fine delle lezioni. «Le proroghe servono a non rendere la vita difficile ai residenti che hanno problemi di salute, sono anziani, non hanno a disposizio­ne i mezzi pubblici per raggiunger­e il posto di lavoro o devono portare i figli a scuola — ragiona Mario Conte (Lega), sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto —. Bisogna conciliare l’obbligo del rispetto per l’ambiente e quindi per la salute pubblica con le necessità primarie della gente. Ecco perché i nostri vigili danno poche multe. E in ogni caso un concetto dev’essere chiaro: i Comuni non approfitta­no dei blocchi al traffico per fare cassa, ma li impongono per migliorare la qualità dell’aria, a beneficio di tutti».

Il problema è che, nonostante l’«Accordo di bacino padano» tra Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia e ministero dell’Ambiente e le sollecitaz­ioni della Regione a coordinars­i, i Comuni sotto i 30 mila abitanti, non costretti ad applicare i provvedime­nti citati, non collaboran­o. «Se i Comuni dell’hinterland non aderiscono, vanificano anche gli sforzi dei capoluoghi — conferma Conte — l’aria è la stessa». «Siamo la regione con l’aria più avvelenata d’Italia — ricorda il M5S a Palazzo Ferro Fini — eppure si lascia che le imprese inquinino, si costruisco­no autostrade, si cementific­a. In votazione di bilancio, abbiamo proposto lo stanziamen­to di 100 milioni di euro per azioni di risanament­o ambientale, ma ci è stato risposto che erano troppi». Gli ex grillini di Treviso suggerisco­no di sostituire i Panevin con giochi di luce, mentre Andrea Zanoni, consiglier­e regionale del Pd e vicepresid­ente della commission­e Ambiente, attacca: «Mentre vengono rilevati picchi di Pm10, a Treviso 9 volte superiori ai limiti consentiti, il governator­e Luca Zaia si diverte ad accendere quattro falò dell’Epifania, tra cui quello di Arcade, con i suoi 10 metri il più alto d’Italia». «Non mi risulta che i Panevin siano la fonte di tutti i mali legati alle polveri sottili — replica Zaia — abbinarci le polemiche sullo smog sta diventando un rituale».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy