Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
I «contratti lepre» e le strategie per trattenere i talenti
Le ricette delle aziende per trattenere i talenti
VENEZIA Le nostre aziende sono poco attrattive per i «cervelli» specializzati? Tre ingredienti per trattenerli: pagarli il giusto, fare in modo che non si annoino e prefigurare un percorso di crescita della responsabilità. La formula è di Francesco De Bettin, fondatore e presidente di Dba Group, società di architettura e ingegneria di sistemi complessi nata in Comelico, ora basata a Villorba (Treviso) e quotata all’Aim di Borsa italiana. Occorre però distinguere. «Dipende dai cervelli – premette De Bettin – perché ce ne sono di pregiati ma in discipline inflazionate, come l’architettura e l’ingegneria civile, in cui il turnover non è un granché, mentre le competenze per esempio in nanotecnologie, informatica, gestione dei big data, e parlo di statistici, fisici e matematici, sono rare e difficili da trattenere».
Attenzione anche a giudicare il salario d’ingresso da 1.300 euro, che sarebbe sottodimensionato per un neoingegnere, specie se a tempo determinato. «È evidente che è poco ma il più delle volte è un “contratto lepre”: dopo un mese il giovane si presenta alla fabbrica di fronte e si offre per 100 euro in più e così via. È un fenomeno che si conosce benissimo e inviterei gli imprenditori a mettersi d’accordo, per ragionare su una retribuzione minima in deroga al Contratto nazionale».
Non sembra sempre vero, poi, che l’Italia sia il Paese che registra l’esodo maggiore di competenze brillanti verso l’estero. Forte di esperienze dirette otre confine, il leader della Dba assicura che «in Slovenia è anche peggio. La differenza, semmai, è che altri Paesi registrano tempo dopo dei rientri, osservati invece molto raramente in Italia».
Dunque, nel caso del gruppo trevigiano, una leva irrinunciabile diventa quella della formazione no-stop, molte volte richiesta dagli stessi dipendenti. «Penso sia un errore – conclude De Bettin – insediare centri di ricerca oltreconfine, dove le professionalità che a noi mancano sono più numerose, perché, banalmente, il know-how prodotto a beneficio nostro alla fine sarà regalato a Paesi concorrenti».
Un argomento, quest’ultimo, condiviso da Bruno Vianello, presidente di Texa, punta di diamante della diagnostica per l’automotive, sia pur con una declinazione diversa. «Ingegneri stranieri qui non sono mai entrati – spiega – perché è chiaro che quando torneranno in patria porteranno con sé tutto quello che hanno imparato». E come fare in modo che gli italiani rimangano? Anche qui il punto di vista è simile a quello di De Bettin: «Un vero tecnico è un animale da ricerca instancabile e curioso, quindi devi dargli la possibilità di sperimentare con laboratori e strumenti sempre a sua disposizione. La mia fortuna è di avere un’azienda stimolante, il segmento automobilistico offre spunti nuovi tutti i giorni. E poi - aggiunge Vianello – abbiamo sempre fatto il possibile perché la qualità della vita in azienda sia la migliore, rendendo gli ambienti accoglienti anche nei momenti di pausa».
Resta il fatto che, dati alla mano, la vicina Emilia risulta più attrattiva e richiama, insieme alla Lombardia, numerosi «cervelli» formati in Veneto. Un dato che non stupisce affatto Michele Poggipolini, classe 1984, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia: «Per i profili altamente specializzati la nostra regione offre grandi opportunità: le province di Bologna, Modena e anche Ferrara, con le loro grandi aziende del packaging e dell’automotive sempre alla ricerca di tecnici – rivela – oramai tentano anche i giovani ingegneri tedeschi. A dimostrazione che il nostro territorio, con i suoi prodotti di alta gamma, è attrattivo proprio per tutti».
Secondo il numero uno dei giovani industriali, che tutti i giorni ha a che fare con partner come Leonardo, Safran, Rolls Royce, Ferrari, Lamborghini, Porsche, McLaren e Mercedes, «hanno fatto la loro comparsa in alcune delle nostre aziende associate i primi “cervelloni” formatisi in Germania. Qui facciamo fatica a trovare figure tecniche e lassù, al contrario, c’è moltissima concorrenza». E poi ci sono gli stipendi: «Io ho notizie di contratti di ingresso in azienda per giovani ingegneri eccellenti del valore di 2mila euro netti al mese».
Le «lepri»
«Dopo un mese i neoassunti si offrono alla fabbrica di fronte per 100 euro in più»
"De Bettin Mettiamoci d’accordo su un salario in deroga al Ccnl
"Vianello Un vero specialista ha bisogno di un’azienda stimolante