Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Melegatti, acquirenti allo scoperto «Rilanceremo l’azienda»
Parla il manager che ha presentato l’offerta: «Strategia definita»
VERONA «C’è un’importante e seria realtà imprenditoriale italiana interessata a rivitalizzare un brand storico, rilanciare l’occupazione e concorrere allo sviluppo del territorio». Esce allo scoperto il manager che ha presentato l’offerta per acquistare Melegatti, ottenendo l’aggiudicazione provvisoria. Si tratta di Denis Moro, 33 enne originario del Vicentino, con esperienze all’estero e che si è distinto per aver salvato dal fallimento Fonte Margherita, storica ditta di imbottigliamento di acqua minerale delle Dolomiti. Più di recente ha fondato in Lussemburgo Sky Island, banca d’affari specializzata in operazioni di salvataggio di gruppi industriali in difficoltà. Dietro a Moro, c’è un’«impresa italiana, già presente nella filiera agroalimentare, è pronta a riaprire lo stabilimento, assicurare lavoro e investire nello sviluppo e nell’innovazione». Come ha scritto ieri il Corriere del Veneto, l’operazione fa capo ad un membro della famiglia vicentina Spezzapria, nota per aver fondato a un’importante realtà industriale della lavorazione del metallo come Forgital, fornitrice di componenti per motori d’aereo, satelliti e razzi spaziali. Dal quartier generale di Velo d’Astico tengono a precisare che Forgital non è in alcun modo coinvolta nell’acquisizione di Melegatti.
«Melegatti è un patrimonio comune da salvaguardare – spiega Moro in una nota – che fa parte della storia degli italiani. Per preservare e rilanciarne il valore ora una consolidata realtà italiana già presente nell’agroalimentare, nell’ottica di una integrazione verticale, intende scendere in campo e rilevare l’intero stabilimento e il glorioso marchio». Non è dato sapere, al momento, quale sia questa azienda, si sa solo che non opera nel ramo dolciario: ma il manager assicura che, una volta che l’aggiudicazione di Melegatti sarà definitiva, ovvero il 28 settembre salvo improbabili rilanci, «è pronta a riaprire lo stabilimento, assicurare lavoro e investire nello sviluppo e nell’innovazione».
Melegatti è stata dichiarata fallita lo scorso 29 maggio. L’aggiudicazione è avvenuta con la seconda asta, per 13,5 milioni e senza più obblighi nei confronti dei dipendenti in cassa integrazione fino al 20 dicembre: quella di Moro è stata l’unica offerta. Nessun disegno speculativo dietro il tentativo di acquisizione, ma un serio progetto di rilancio, che vedrebbe quindi l’intenzione di salvaguardare buona parte se non tutta la forza lavoro esistente, oggi poco più di una quarantina di persone. «Un impegno unitario a differenza di quanto avvenuto in tanti altri casi in cui l’interesse degli acquirenti era limitato al marchio abbandonando al loro destino stabilimento, dipendenti e storia dell’impresa - continua Moro - Noi abbiamo un precisa strategia per Melegatti, crediamo che abbia bisogno di spalle solide e idee chiare di rilancio».