Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Forza Italia, Ghedini capolista a Venezia
Causin al secondo posto, Zanetti in corsa in città, Brunetta «scalza» Andreuzza
JVENEZIA Niccolò Ghedini capolista al proporzionale a Venezia seguito da Andrea Causin, Renato Brunetta candidato all’uninominale a San Donà con uno slittamento dei seggi della Lega dal Veneto orientale su Chioggia e il leader della quarta gamba del centrodestra Noi per l’Italia e segretario Scelta Civica Enrico Zanetti candidato all’uninominale di Venezia. Lo smottamento annunciato nei giorni scorsi negli assetti delle liste del centrodestra è arrivato ieri dopo due riunioni, di quelle che conficcano i paletti sulla strada. La prima, ieri mattina ad Arcore tra Silvio Berlusconi e due massimi dirigenti di Noi per L’Italia, Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa, dove si è deciso che i due rappresentanti di spicco veneti Zanetti e Antonio De Poli avranno due seggi sicuri: uno di default in Veneto, l’altro è da decidere se nella regione o fuori. Per seggio sicuro si intende quello che nei tavoli dei partiti in queste ore viene chiamato di «Fascia A» ed è un po’ come il rating di Moody’s: A1 i seggi sicuri, A2 quelli ragionevolmente contendibili agli avversari, A3 quelli più sul filo. Il collegio di Venezia è nella fascia A2 per il centrodestra. Nonostante il suo elettorato sia tradizionalmente di sinistra, la divisione tra Pd e Liberi e Uguali con due candidati all’uninominale che si presume siano, rispettivamente, Sandro Simionato e Michele Mognato e che pescano nello stesso bacino, il centrodestra scommette che quel 35% di minima dato dai sondaggi porti a conquistare pure Venezia. Città e collegio dove Zanetti è di casa, visto che abita al Lido, e dove Andrea Causin (che nel passato è stato iscritto al Pd) avrebbe costituito forse il terzo candidato ex Pd in un range politico da destra a sinistra passando per il centro. Di qui – e questa è la seconda riunione tenuta dal coordinatore azzurro Adriano Paroli ieri a Padova - il nome di Ghedini al proporzionale con Causin come secondo. Quanto a Brunetta candidato all’uninominale alla Camera in Veneto Orientale, facendo cadere la candidata della Lega Giorgia Andreuzza, potrebbe essere un tassello del domino un gioco degli azzurri per ridurre a miti consigli il Carroccio, che nello schema di Fi dovrebbe avere la candidatura uninominale a Chioggia e poi quella a Scorzè-Castelfranco. Un ruolo pare sicuro per il segretario provinciale Michele Celeghin, cui avrebbero pure fatto trovare i certificati pronti da firmare per la candidatura, ma lui si ritrae. Sabato Berlusconi deciderà. Lo schema di stringere nell’angolo l’avversario interno arriva oggi al pettine nel Pd, dove c’è malumore per la lettera della segretaria Gigliola Scattolin - che ha accusato i circoli di non aver fatto sintesi e di aver presentato 20 nomi per 9 posti candidabili e si è vista ribaltare l’accusa – e irritazione nella mozione Orlando perché Renzi avrebbe ridotto da 20 a 8 i posti sicuri in Italia per la minoranza: due di quei venti erano in Veneto, dove i renziani puntano a fare cappotto con Sara Moretto, Pierpaolo Baretta e Andrea Ferrazzi.
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