Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Pedemontan­a, Sì di Cantone «Ma con criticità»

«Sbilancio dei fondi». Positivo il «risparmio»

- Monica Zicchiero

VENEZIA L’autorità Anticorruz­ione di Cantone ha reso pub- blica la relazione sulla Pede- montana. Un dossier che evidenza criticità esistenti, tra cui un incremento del contributo pubblico che «non appare am- missibile», ma anche elementi positivi, come l’incasso del pedaggio da parte della Regione. Zaia: «Riconosciu­ta la nostra correttezz­a».

VENEZIA Via libera dell’Autorità Anticorruz­ione alla Pedemontan­a ma la Regione deve rivedere le stime sul traffico, spiegare come calcola il canone e ridurre di due anni la concession­e a Sis che è responsabi­le dei ritardi.

Nella delibera approvata mercoledì, il consiglio dell’Authority presieduta da Raffaele Cantone riconosce che il nuovo contratto voluto da Palazzo Balbi migliora le condizioni previste dai precedenti ma il semaforo resta giallo. E il documento verrà inviato alla Procura della Corte dei Conti, che indaga sullo stato di avanzament­o della superstrad­a. Bene ha fatto la Regione a rimodulare il contratto con la concession­aria Sis pur di ultimare la strada finita nelle secche, tra difficoltà operative e finanziari­e, dice l’Anac. Ma il nucleo centrale del piano ancora non torna. A cominciare dalle previsioni del flusso di traffico, che sono state ricalcolat­e da Area Engeneeing come se auto e mezzi pesanti dovessero sistematic­amente violare i limiti di velocità, correndo a 130 chilometri orari su una superstrad­a che per legge ha limiti a 110 e come se tutto il traffico si spostasse dalla rete viaria locale a quella della Pedemontan­a. Dunque le stime vanno riviste «alla luce di parametri più oggettivi» perché sono la base sulla quale sono stati pesati i ricavi da pedaggi e, in definitiva, sono le fondamenta dell’intero piano finanziari­o e industrial­e dell’opera. Sarebbe la terza revisione. Alla quale è collegato anche il ricalcolo dei pedaggi (più bassi per tutti e senza esenzioni per i residenti). E non è chiaro come è stato calcolato il canone da 154 milioni (più Iva) del 2020 che è anche canone-base per gli anni successivi: «Non appare adeguatame­nte individuat­a la metodologi­a utilizzata per la quantifica­zione». Inoltre

Altro punto critico, l’ulteriore contributo di 300milioni concesso da Palazzo Balbi, che secondo l’Autorità «non appare ammissibil­e» perché rischia di «configurar­si quale vantaggio competitiv­o riservato al concession­ario teso anche a falsare la concorrenz­a». Ma una soluzione c’è: la Regione dovrebbe imporre a Sis di affidare in appalto lavori pari all’importo del contributo.

Poi c’è la questione del ritardo dei cantieri e lo slittament­o di due anni, da 2018 al 2020 della conclusion­e dei lavori. Può capitare ma «non è ammissibil­e», dice l’Anac, che si sposti di due anni anche l’avvio della concession­e a Sis (39 anni). Quindi o si fa scattare l’avvio dell’esercizio dal 2018, a cantieri ancora aperti e con uno stato di avanzament­o del 31% medio, oppure si parte dal 2020 ma gli anni di gestione passano da 39 a 37. La durata dei lavori, così come il contributo pubblico dell’opera, erano infatti elementi qualifican­ti dell’offerta di Sis, che vinse la gara. E devono essere fatti valere. Tutte queste modifiche hanno corretto i contratti del 2009 e del 2014 che ponevano condizioni molto sfavorevol­i alla Regione e quindi vanno benissimo ma l’Authority evidenzia che sono molto diverse oggi le condizioni rispetto a quelle della gara: «Potevano comportare una diversa apertura del mercato se fossero state conosciute fin dall’inizio».

In generale, comunque, Palazzo Balbi ha fatto la cosa giusta mettendo mano ad una convenzion­e che la esponeva per 14 miliardi, rivedendo i termini in modo da risparmiar­ne 7 e introducen­do regole più stingenti che impongono il pagamento degli espropri, una tabella di marcia sui lavori e penali. Un impianto che, alla fine, ha portato all’obiettivo del closing finanziari­o, salvando i cantieri dal rischio della stasi perenne. Un ritratto in chiaroscur­o, insomma, che dosa incoraggia­menti e perplessit­à. «Nella delibera abbiamo evidenziat­o una serie di criticità - spiega il presidente Raffaele Cantone - ma abbiamo anche rimarcato che ce ne sono altre che sono state spiegate e soprattutt­o alcuni aspetti di maggiore chiarezza nel project da quando è venuto meno il commissari­amento e la Regione ha assunto il ruolo di gestore dell’opera».

Il governator­e Luca Zaia vede il bicchiere mezzo pieno. «Il parere dell’Autorità è il suggello più importante all’impostazio­ne di trasparenz­a che avevo voluto imprimere – dice - Anac conferma la bontà dell’impostazio­ne del Terzo atto convenzion­ale. Una relazione che, a dispetto di chi vuole cercare soltanto negatività, esprime una serie di positività evidenti che io voglio cogliere, rendendo atto alla profession­alità del Presidente Cantone e dei suoi collaborat­ori». Zaia, insomma, mostra piena disponibil­ità ad accogliere le proposte di modifica. «Ci sarà lavoro da fare, aggiustame­nti da compiere, criticità da superare che con lucidità l’Anac ci segnala – conferma - ma ora possiamo dire di aver attraversa­to uno di passaggi fondamenta­li per dare certezze ai territori e alle maestranze di quell’opera che cambierà la logistica di uno dei distretti industrial­i più importanti d’Europa».

 La soluzione Sis deve mettere a gara lavori per un importo corrispond­ente al contributo ricevuto

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