Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Si infortuna travolta dal paziente Risarcita con 143 mila euro

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In tasca aveva la laurea da infermiera, ma da anni lavorava all’Ospedale dell’Angelo come operatrice socio-sanitaria, in attesa del grande «salto», spostando e pulendo pazienti. Ma quel 15 luglio 2013, proprio mentre cercava di rimettere a letto un paziente obeso, si era infortunat­a: l’uomo stava cadendo dal letto e lei e una collega avevano cercato di tirarlo su usando delle lenzuola, ma procurando­si un’ernia discale grave. Tanto che, dopo una visita medica, le era stato imposto di non alzare pesi superiori ai 7 chili. Peccato che roprio pochi mesi dopo – essendosi lei posizionat­a bene in un concorso precedente – si era aperto un posto da infermiera, ma l’Usl le aveva dovuto dire di no. Per questo la donna, con l’avvocato Enrico Cornelio, aveva fatto causa chiedendo che venissero riconosciu­ti da un lato i danni per l’infortunio, dall’altro il cosiddetto «lucro cessante» perché ne era derivata l’impossibil­ità di un aumento di stipendio. Nei giorni scorsi il giudice del lavoro Margherita Bortolaso ha accolto le richieste, affermando che l’uso delle cosiddette «traverse» al posto dei più sicuri sollevator­i era prassi comune. Il magistrato ha riconosciu­to 55 mila euro per l’infortunio e altri 88 mila per il mancato stipendio. «La mia cliente avrebbe rinunciato alla causa se le avessero dato il ruolo di infermiera - spiega l’avvocato Cornelio - è paradossal­e che possa invece avere un ruolo ben più pesante». (a. zo.)

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