Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

In Arena per Morricone controlli anche sugli spray nasali

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All’Arena come in aeroporto, per i due concerti di Morricone. Code, controlli, metal detector (con qualche difficoltà per la mancanza di vaschette dove appoggiare le borsette).

A Verona le due serate di concerto del maestro hanno trasformat­o l’anfiteatro in uno scenario di una sicurezza che è stata percepita, ma senza l’«impatto visivo» che molti temevano.

In tutte e due le serate alle 17 l’Arena è stata svuotata dai visitatori. In platea e tra le gradinate sono entrati polizia e carabinier­i. Gli artificier­i e i nuclei cinofili con i cani antiesplos­ivo, un’ora e mezza tra gli arcovoli, a controllar­e tutti gli anfratti. Fuori il pubblico di Morricone si è messo diligentem­ente in fila, con largo anticipo per i controlli. Tre i filtri per entrare.

Gli stewart dell’organizzaz­ione del concerto al primo controllav­ano zaini e borse. Via i tappi dalle bottigliet­te d’acqua, niente lattine, bicchieri di vetro, bombolette, ombrelli, selfie stick. Passato il primo controllo, toccava ai metal detector «manuali» che hanno creato qualche inghippo. Nessun cestino dove mettere evenutali oggetti «sensibili», molte attese, qualche incertezza sugli oggetti vietati. La prima sera, mercoledì, due ragazzi sono stati fermati perché avevano i binocoli: giro di consultazi­oni fino al via libera della questura. «Il mese scorso ce li hanno fatti portare dentro senza problemi», hanno detto i due. Ma il mese scorso non c’era ancora stato l’attentato di Barcellona. Stessa scena per uno spray nasale. Funziona così, in tempi di terrorismo. E funziona che anche se c’è qualche disguido, la gente non si lamenta. Anzi, si sente protetta.

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