Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bpvi, test azione di responsabilità
Oggi l’assemblea. Tensione sulla lettera dei consiglieri a Iorio e Dolcetta
Popolare di Vicenza torna in assemblea. E il primo test da spa si giocherà sull’approvazione del bilancio ma anche sulla possibile richiesta di azione di responsabilità che potrebbe arrivare dagli azionisti.
Bpvi, sul bilancio primo test in assemblea da spa. Ma la vera partita si giocherà sull’azione di responsabilità. Torna a convocare i suoi azionisti Popolare di Vicenza, a quindici giorni dall’assise nei capannoni della Perlini di Gambellara che aveva dato l’addio alla spa, approvando anche l’aumento di capitale da 1,75 miliardi e la quotazione in Borsa. Stavolta il palcoscenico è quello consueto della Fiera di Vicenza, dove oggi, dalle 9, andrà in scena l’assemblea che dovrà approvare il bilancio 2015 e le politiche di remunerazione. Ultimo scoglio per far entrare nella fase operativa l’aumento di capitale e la Borsa, con l’offerta delle azioni che dovrebbe scattare tra il 13 e il 26 aprile e il primo giorno di quotazione previsto per il 29.
Test rilevante, trattandosi della prima volta in cui non si decide per teste, da popolare, ma per azioni. In un campo di gioco libero, senza maggioranze precostituite e una ridotta presenza del capitale sociale: come già quindici giorni fa, quando ai 5.800 soci presenti - 11 mila con le deleghe - non corrispondeva più del 12% del capitale, così anche oggi le attese sono per non andar oltre il 13%; quanto alle presenze fisiche, Bpvi ha emesso a ieri quattromila biglietti d’ingresso e 1.600 deleghe di voto. Le attese della vigilia sono per un sì senza problemi al bilancio. Per dire, «Futuro 150», l’associazione degli imprenditori vicina a Industriali e artigiani guidata dall’imprenditore Silvio Fortuna, su posizioni favorevoli alla banca che coordina l’8% del capitale, basta e avanza per mettere al sicuro il voto.
La vera questione che potrebbe caratterizzare la giornata è invece l’azione di responsabilità. La discussione del bilancio è ideale per far inserire all’ordine del giorno il voto sulla richiesta, su cui gli umori degli azionisti sono roventi. La richiesta di votare pare scontata che arrivi. La sta preparando l’avvocato Renato Bertelle, il legale in prima linea nella presentazione degli esposti che hanno fatto partire l’inchiesta su Bpvi della Procura di Vicenza, ma anche ad esempio l’Associazione soci banche popolari venete di Enzo Guidotto e Francesco Celotto. E i sindacati dei bancari, con una nota congiunta di Fabi, Cisl, Cgil e Unisin, hanno fatto capire ieri di essere favorevoli alla presentazione. Toccherà al presidente Dolcetta decidere se ammettere o meno la richiesta. Ma per poter andare ai voti non basteranno petizioni generiche. Serviranno invece richieste documentate, limitate al bilancio 2015, che indichino precisamente il danno provocato e i nomi dei responsabili. Si vedrà se ci si arriverà.
La questione s’incrocia con l’altro tema che sta avvelenando il clima alla vigilia dell’assemblea. Riguarda il cda, che dovrebbe esser presente oggi al gran completo, a differenza delle pesanti defezioni di quindici giorni fa. In ballo c’è una mozione proposta in consiglio, stesa materialmente dall’avvocato Vittorio Domenichelli e sostenuta da un folto gruppo di membri del cda. Di fronte ad attacchi e critiche come corresponsabili dell’èra Zonin, e alle richieste di dimissioni giunte anche quindici giorni fa, i consiglieri di più lungo corso hanno di fatto chiesto a Dolcetta e all’amministratore delegato Francesco Iorio una presa di posizione in loro difesa. Che attesti il ruolo nel sostenere le scelte radicali prese dal nuovo corso, compreso l’invio dei fatti emersi nelle ispezioni Bce in Procura; e che dica in sostanza che per le vicende che hanno terremotato la banca ci fu da parte del consiglio colpa e non dolo. E ancora, che le dimissioni fin qui non sono arrivate su richiesta Bce, per assicurare le decisioni necessarie a superare la fase critica; infine che 15 giorni fa i consiglieri erano stati invitati a rimanere a casa (ma l’indicazione allora pare non esser andata oltre un invito a valutare bene la partecipazione di fronte ai rischi legati alla sicurezza, tanto che alcuni andarono). La lettera, anche perché uscita all’esterno con i riferimenti alle Bce, ha irritato Dolcetta e Iorio, di fronte a una richiesta ritenuta irricevibile e in cui la linea del consiglio pare più un atto dovuto che un merito. Si vedrà ora quanto grande sarà il solco che il documento potrà aver scavato.