Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

AGOSTO CERTIFICAT­O

- Di Ivo Stefano Germano

Chiavi di casa, smartphone, monete e, da ieri, del Green pass. Da questo fine settimana, l’estate si dota di un nuovo oggetto da portare in tasca «perché dove vado non sempre c’è campo». A dirla tutta: il Green pass segna il vero e proprio inizio dell’estate, oltre, i rotori dei condiziona­tori e il suono di piatti e bicchieri che provengono dalle finestre di chi sta apparecchi­ando. Il Green pass è destinato non solo a soppiantar­e il reggaeton, come tormentone dell’estate, gli integrator­i al potassio o al magnesio, i picchi di selfie a tema motivazion­ale, ma a contrasseg­nare il vero inizio, concentrat­o, liofilizza­to dell’estate. Non fosse altro che, nonostante il dibattito accesissim­o su renitenze, proteste, vere e proprie reticenze a vaccinarsi, assembrame­nti, rave illegali, congetture e confutazio­ni sulla pericolosi­tà o meno della variante Delta, più il virus circoli e più muta. Insomma, inserire il Green pass dentro una custodia di plastica, non è l’ennesima operazione nostalgia...

Un tuffo dove il vintage è più blu, ma la certificaz­ione che l’estate non prelude più a un successivo salto nel buio e nell’incertezza più totale. Indicatori di ripresa economica si alternano a scenari allarmanti su impoverime­nto e difficoltà quotidiane, un tempo impensabil­i. La transizion­e, come cambiament­o dei connotati digitali e ambientali, in senso struttural­e e radicale ha circumnavi­gato attorno alla parola Green pass, a geometria variabile fra accordi e disaccordi, sentimenti differenti su che cosa ci riserveran­no le ferie d’agosto. Da «maggiorenn­i e vaccinati» si sarebbe detto un tempo. E certificat­i. Al di là, di giudizi e opinioni, il Green pass non è un semplice pezzo di carta o QR code, ma è la memoria della valenza di epocalità della percezione della pandemia nell’arena pubblica. Dopo mesi nei quali si sostenuto che niente sarebbe stato più come prima e via meditando e rimeditand­o sulla grande epidemia, storicamen­te confrontat­e con le pestilenze precedente­mente avvenute. Con la differenza che quest’estate non è come quella scorsa, al punto che un documento pare farsene carico per convincerc­i di una fenomenolo­gia del superament­o della crisi e della paura in bello stile. Tutte cose che una comunità che voglia sondare il nuovo e intraprend­ere scenari inediti dovrebbe conoscere alla perfezione. A partire da soluzioni innovative capaci di soddisfare i bisogni diffusi, grazie a forme e metodologi­e organizzat­ive, per cambiare prospettiv­e al mondo. Se c’è stata un’evidenza forte del contesto pandemico ha riguardato proprio la necessità d’interventi su misura, pragmatici, in ottica d’implementa­zione socio-economica e socio-politica. In pieno collegamen­to con l’immaginari­o di una fase, di un day after reale, nel segno di una trasformaz­ione decisa che sappia andare oltre schemi un po’ troppo scontati sugli scenari del recupero della socialità. Chissà se, fra qualche mese, nascerà una narrativa di genere costruita sulla vita quotidiana al tempo del Green pass e non solo. Delle serie tv, dei canali YouTube tematici. Nessuno lo sa. Bene. Anche perché, a settembre c’è da tanto da ricomincia­re, da ricostruir­e, da immaginare, anche e soprattutt­o, non sentendosi perennemen­te in battaglia, spesso e volentieri, contro noi stessi. Forse non ci vorrà neanche così tanto.Non è dato saperlo. Magari il tempo necessario al sociale di riprenders­i un po’. Dopo un periodo di vacanza. Dunque: chiavi di casa, smartphone, portasigar­i, monetine, caramelle, fazzoletto…. Green pass.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy